Focus sul trend che le materie prime hanno riportato nel mese di agosto, che si avvia ufficialmente alla chiusura con la giornata di oggi.
A dispetto della performance negativa degli ultimi giorni, alimentata dal rafforzamento del dollaro sul forex, i prezzi del petrolio WTI scambiato a New York si apprestano a concludere il mese di agosto con un balzo superiore a +11%.
Si tratta del primo rialzo su base mensile in tre mesi, e del balzo più forte – stando ai dati di FactSet – dal +20% di aprile.

Trend simile quello del Brent, che è salito ad agosto del 12%: anche in questo caso si tratta della migliore performance su base mensile dallo scorso aprile.
Così spiega Ole Hansen, responsabile della strategia delle commodities presso Saxo Bank:
“Agosto è stato un altro pazzo mese per i mercati del petrolio, che hanno iniziato il mese in mercato orso dopo essere scesi più del 20% dal picco di giugno. Tale debolezza è stata interrotta immediatamente dal ritorno di voci su possibili interventi da parte dei paesi produttor . Specialmente i commenti rilasciati lo scorso 11 agosto dal ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, sul possibile bisogno di un congelamento della produzione, ha colpito i mercati”.
Si aspetta a questo punto il verdetto, che arriverà in occasione del prossimo meeting dell’Opec, in Algeria, nei giorni compresi tra il 26 e il 28 settembre.
Nelle ultime sessioni le quotazioni delle materie prime si sono indebolite a causa dei rialzi del dollaro, a loro volta scatenati dalle ultime dichiarazioni di Janet Yellen, numero uno della Fed, che hanno alimentato le speculazioni su un imminente rialzo dei tassi di interesse in Usa.