Mps bene in borsa. Ostaggio della Bce e niente dividendi ai piccoli azionisti
ROMA (WSI) – Sessione positiva a Piazza Affari per il titolo Mps (Monte dei Paschi di Siena). Il mercato accoglie con favore la pubblicazione del bilancio, avvenuta venerdì scorso, che ha messo in evidenza un rosso inferiore alle attese nel terzo trimestre.
L’istituto di credito senese ha riportato nei primi nove mesi dell’anno un utile di 84,7 milioni. Riguardo al terzo trimestre – perdita per 109 milioni di euro -, ha pesato l’accordo siglato con Nomura per chiudere il derivato Alexandria.
Confermata la brutta notizia per i piccoli azionisti, con l’annuncio di Fabrizio Viola, amministratore delegato di Mps, arrivato lo scorso venerdì:
Non siamo in grado di distribuire dividendi
Motivo, il divieto della Bce. Sulla possibilità che si torni a ripagarli entro il 2018, Viola ha ammesso: “se lo consentirà la Bce“. Ma “credo che torneremo a pagarli soltanto una volta risolto il tema dei crediti deteriorati”. Insomma, Viola ammette sul ritorno del dividendo per Mps: “ancora non lo vedo sul mio radar”.
Sull’indice Ftse Mib, Mps sale +1,66% a 1,657 euro.
Breaking news
Apertura piatta per Wall Street in seguito ai dati sull’inflazione e all’annuncio di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina. Il mercato osserva con attenzione l’aumento dei prezzi al consumo e le performance degli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha accolto positivamente l’accordo con la Cina, ma ha confermato che i dazi rimarranno. In un post su Truth Social, Trump ha dichiarato che le relazioni tra Washington e Pechino sono “eccellenti” e che gli Stati Uniti riceveranno un totale di dazi del 55%.
L’inflazione negli Stati Uniti ha mostrato segnali di rallentamento a maggio, registrando un aumento dello 0,1% su base mensile, inferiore alle aspettative degli analisti. Questo dato, pubblicato dal Bureau of Labour Statistics, riflette una crescita annua del 2,4%, leggermente superiore al mese precedente ma al di sotto delle previsioni di mercato. Anche il ‘core’ rate ha segnato un incremento minore del previsto, il che potrebbe influenzare le decisioni della Federal Reserve.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono aumentate del 12,5% dopo tre settimane di calo, con i tassi d’interesse medi stabili. Le domande di rifinanziamento dei mutui sono salite del 15,6% rispetto alla settimana precedente, mentre quelle per l’acquisto di case sono cresciute del 10,3%.