Economia

Mutui under 36, sbloccate per dicembre le agevolazioni prima casa

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Via libera da Camera e Senato al decreto Aiuti Ter contenente un emendamento che, per tutto il mese di dicembre, consentirà agli under 36 di tornare a beneficiare di tassi ribassati e agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa.

La normativa sui mutui dei giovani, introdotta nel Decreto Sostegni Bis varato dal governo Draghi a giugno 2021 è stata fondamentale per supportare i giovani nell’acquisto di prime case con possibilità di stipulare mutui con Loan To Value elevati a tassi calmierati.

Secondo le rilevazioni di MutuiOnline.it, le richieste di mutui prima casa durante il II trimestre 2021 (prima dell’approvazione del Decreto Draghi) pesavano il 59,8% del mix; nei trimestri successivi sono cresciute progressivamente fino a raggiungere, dopo un anno esatto cioè nel II trimestre 2022, il 75,5% del mix (+ 26%).

L’aumento dell’Eurirs da inizio anno, indice di riferimento per i tassi fissi, ha però fatto sì che fosse impossibile definire tassi fissi dei mutui più bassi del TEGM (il Tasso Effettivo Globale Medio calcolato da Banca d’Italia sui mutui erogati due trimestri precedenti), come definito dal decreto e ha portato allo stop delle offerte agevolate a tasso fisso.

Come dimostrano i dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, questo ha causato un brusco stop della domanda degli under 36 passata dal 49% del mix nel primo trimestre dell’anno a poco più del 40% nel trimestre corrente.

Alessio Santarelli, direttore generale di Gruppo MutuiOnline e ceo di MutuiOnline spa, ha spiegato:

“Questo emendamento va sicuramente nella direzione giusta permettendo agli istituti di credito di creare nuove offerte competitive per i giovani che siano allineate all’andamento del mercato. Bisogna però vedere quale sarà l’impatto effettivo: le tempistiche sono molto ristrette, sia per creare le offerte sia per erogare poi i mutui, e il mese di dicembre probabilmente non sarà sufficiente per vedere un’inversione nei trend di mercato. Auspichiamo che il provvedimento venga prolungato anche per il 2023 in modo da supportare i giovani nell’acquisto delle loro prime case, misura di inclusione sociale particolarmente importante in questo momento di tassi alti e inflazione a due cifre”.

In cosa consistono le agevolazioni prima casa e a chi sono indirizzate?

La casa è da sempre il sogno di buona parte degli italiani e rappresenta una delle priorità nella lista dei desideri di tutte le famiglie. Tuttavia, nel tempo si è dimezzata la percentuale dei mutui erogati a persone giovani, passando dal 44,8% al 22,6% del totale, a causa della precarizzazione del mercato del lavoro e dello stallo degli stipendi.

Per migliorare l’accesso al credito dei soggetti più giovani il Decreto Sostegni Bis ha introdotto a giugno 2021 una serie di facilitazioni per i richiedenti con meno di 36 anni (o coppie con almeno uno dei due sotto i 35, famiglie monogenitoriali con figli minori e chi abita in case popolari) e con un valore dell’Isee, indicatore della situazione economica equivalente, non superiore a 40 mila euro annui.

In particolare, le agevolazioni prima casa per i mutui under 36 prevedono:

  • Esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale
  • Esenzione dall’imposta sostitutiva per i mutui
  • Credito d’imposta di ammontare pari al tributo corrisposto in caso di acquisto soggetto a Iva

Inoltre, il Governo Draghi ha previsto una copertura da parte del Fondo di Garanzia Mutui Prima Casa fino all’80% della quota capitale, contro il 50% precedente, per supportare i giovani che hanno poca liquidità per aprire un mutuo.

Queste facilitazioni sono valide per finanziamenti fino a 250 mila euro e si rivolgono sia a dipendenti sia ai lavoratori atipici, con la garanzia pubblica che viene concessa a patto che il tasso applicato offerto sia calmierato.

Qual è l’impatto della norma sulle tasche degli under 36?

Per capire quale sia concretamente l’impatto sugli interessi per un mutuo richiesto da un giovane under 36, l’Osservatorio di MutuiOnline.it ha analizzato lo scenario standard di un impiegato a tempo determinato di 34 anni che richiede un mutuo trentennale di 160 mila euro per un immobile da 200 mila euro, quindi con un Loan To Value (LTV) dell’80%. La migliore offerta a tasso fisso oggi prevede un pagamento di 757 euro al mese, con tasso 3,93% e quota interessi di oltre 112 mila euro.

Con il mutuo giovani, ipotizzando che gli istituti di credito offrano uno sconto di 40 punti base analogo a quello attuale, un giovane pagherebbe 721 euro mensili, risparmiando in 30 anni 13 mila euro di interessi, pari al 12% degli interessi.

Continua la salita dei tassi, tornano in voga le surroghe

Secondo i dati di MutuiOnline.it, a ottobre si è assistito a ulteriori incrementi generalizzati dei tassi medi e incrementi meno evidenti sulle migliori offerte.

Il tan fisso medio è passato dal 3,34% di settembre a 3,68% di ottobre mentre il variabile medio, impattato maggiormente dai tre rialzi della Bce a luglio, settembre e ottobre, passa dall’1,85% di settembre al 2,36% di ottobre. Con il confronto offerte è ancora possibile contenere il rialzo dei tassi: il miglior tasso variabile (1,15%) è 121 punti base più basso rispetto al tasso variabile medio e il miglior tasso fisso (2,36%) è 80 bps più basso del tasso fisso medio.

Lo spread tra fisso e variabile, che per le migliori offerte supera 121 punti base, porta alla continua crescita delle richieste a tasso variabile, che raggiungono a ottobre il 48,5% del totale, rispetto all’11,9% di inizio anno. Continua a suscitar interesse il tasso variabile con cap (21%), che consente di avere un tasso variabile con una soglia massima, particolarmente adatto in una situazione di mercato complessa come questa.

La seconda evidenza importante dall’Osservatorio di MutuiOnline.it è la crescita del mercato delle surroghe, che a ottobre valgono quasi un terzo delle richieste totali (per la precisione il 32,7%), quasi il doppio nel confronto a un anno. Infatti con la stretta monetaria che non accenna a esaurirsi coloro che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile negli anni scorsi oggi preferiscono convertirlo in un fisso per frenare la corsa al rialzo della rata.