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Mutui casa, arrivano 10 miliardi per le famiglie da Abi e Ance

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ROMA (WSI) – Per le famiglie in difficoltà col pagamento del mutuo c’è il Fondo di Solidarietà Consap, ma cosa c’è per quelle che un mutuo vorrebbero accenderlo e trovano solo porte chiuse in banca? Da oggi ci sarà una dotazione extra di denaro, pari a 10 miliardi di euro, messa a disposizione dall’Abi e dall’Ance, rispettivamente l’associazione bancaria e quella dei costruttori, per il rilancio del credito per comprare casa.

Uno dei motivi per i quali i finanziamenti sono erogati con contagocce risiede nella difficoltà da parte degli istituti di disporre di liquidità a medio-lungo termine. Ecco perché l’iniziativa di Abi e Ance prevede il ricorso ai cosiddetti covered bond, ovvero obbligazioni bancarie garantite e pertanto meno rischiose. Per l’emissione, saranno coinvolti importanti “investitori istituzionali italiani”, tra cui probabilmente anche la Cassa Depositi e Prestiti.

Con questa mossa straordinaria si cercherà di mettere un freno al crollo verticale delle richieste di mutuo, dimezzate nell’ultimo anno sia per la maggiore severità nella valutazione creditizia da parte delle banche, sia per la diffusa sfiducia dei consumatori riguardo alla possibilità di ottenerne uno.

Abi e Ance, tuttavia, hanno sottolineato che la crisi del mercato immobiliare sarà pienamente superata solo con una radicale e strutturale riforma del sistema catastale e dell’imposizione fiscale sulle abitazioni. Nel mirino, come sempre dal momento della sua introduzione, l’Imu che, secondo il documento congiunto, avrebbe prodotto “veri e propri effetti espropriativi, andando a intaccare il valore dell’investimento, non solo della prima casa, ma, più in generale, di ogni forma di investimento immobiliare”.

È opportuno, per Ance e Abi (e non solo per loro, stando alla recentissima cronaca politica) introdurre correttivi all’Imposta Municipale Unica, iniziando “da subito sulle rendite catastali, mediante una maggiore rivalutazione degli immobili di pregio allocati nei centri storici, rispetto a quelli situati in zone periferiche, e non, come è stato fatto, mediante una rivalutazione uguale per tutti”.

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