Economia

Mutui, a ottobre tassi al 3,23%. Codacons: stangata per famiglie

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La stretta della Bce sul costo del denaro accelera, come nelle previsioni, l’aumento dei tassi sui nuovi mutui. Lo certifica la Banca d’Italia nel rapporto “Banche e moneta: serie nazionali”, che mette in luce un balzo a ottobre al 3,23% (comprensivi di spese accessorie) dal 2,65% di settembre, mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,94 per cento (8,83 nel mese precedente). Si tratta del ritorno al livello del 2014, prima quindi dell’avvio della politica di tassi zero di Francoforte che ha caratterizzato questi anni. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,37% (0,34% nel mese precedente).

Consumatori sul piede di guerra per i mutui

I consumatori sono già sul piede di guerra. L’associazione Codacons parla di “allarme confermato”. “Bankitalia conferma gli allarmi del Codacons circa la nuova stangata che si è abbattuta sui mutui degli italiani, con le rate dei finanziamenti che risultano sensibilmente più elevate rispetto al 2021”, afferma l’associazione dei consumatori. “Dopo la decisione della Bce (Banca Centrale Europea) di alzare ulteriormente i tassi avevamo previsto il rialzo dei costi dei mutui a carico degli italiani e le conseguenze negative per le tasche delle famiglie”, spiega il presidente Carlo Rienzi. “I dati di Bankitalia confermano le nostre previsioni, con i tassi di interesse sui prestiti per l’acquisto di abitazioni saliti a ottobre al 3,23%”, sottolinea.

In base alle stime del Codacons, “considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125 mila e i 150 mila euro, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile è salita ad ottobre tra i 40 e i 50 euro per effetto del nuovo aumento dei tassi deciso dalla Bce. Se però si contano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea negli ultimi mesi, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile aumenta complessivamente tra i 120 e i 150 euro rispetto a quanto pagato lo scorso anno, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +1.440 e +1.800 euro all’anno”.

“L’incremento del costo dei finanziamenti si aggiunge così al caro-bollette e all’emergenza prezzi, aggravando ulteriormente i conti degli italiani: ciò apre un altro pericoloso fronte, quello dei ritardi nei pagamenti delle rate da parte delle famiglie in difficoltà, schiacciate dall’emergenza energia, da un’inflazione alle stelle e ora anche da mutui sempre più cari e difficili da pagare”, conclude Rienzi. La stretta monetaria della Bce non si limita comunque ai tassi ma anche al rientro della liquidità immessa in grandi quantità.

Frenano i depositi

Frenano, invece, i depositi delle banche. Quelli al settore privato sono calati dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2021 a 2.026 miliardi di euro. Erano 2.027 a settembre (+2,1%). I prestiti al settore privato sono cresciuti del 3,4 per cento sui dodici mesi (4,0 nel mese precedente). I prestiti alle famiglie sono aumentati del 4% per cento sui dodici mesi (4,2 nel mese precedente) e quelli alle società non finanziarie del 3,1% (contro il 4,4% nel mese precedente).