Economia

Multe stradali, quando è possibile non pagarle?

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In alcuni casi è possibile non pagare le multe di vecchia data, ma è bene conoscere e approfondire nel dettaglio tutte le casistiche previste dalla legge per evitare di farsi travolgere da false illusioni. Vediamo quali nell’analisi sul tema.

In particolare entro il 31 gennaio 2023 i Comuni decidono se concedere lo stralcio automatico delle cartelle. In alternativa, entro il 30 aprile 2023, il multato può chiedere la rottamazione quater. E qualcuno può, per sua fortuna, riuscire a scamparla anche grazie alla prescrizione del debito.

Lo stralcio automatico delle multe

La legge di Bilancio 2023 (legge 197/2022) ha previsto l’ennesimo azzeramento dei “mini ruoli”, di importo residuo non superiore a mille euro, affidati all’Agenzia delle Entrate – Riscossione (Ader) entro il 31 dicembre 2015 (a partire dal 1° gennaio 2000). L’azzeramento è automatico: non occorre presentare alcuna domanda.

Se il debito nasce da una sanzione amministrativa (quali quelle per violazioni del Codice della strada) a tale sanzione si aggiunge una parte dovuta al mancato o ritardato pagamento. Per questo le norme sulle sanatorie escludono sconti sull’importo originariamente dovuto, ossia sulla sanzione “nuda e cruda” prevista dalla legge per la violazione amministrativa commessa. Così l’azzeramento previsto nello stralcio delle partite fino a 1.000 euro vale unicamente per gli importi aggiuntivi rispetto alla “multa” stradale (maggiorazioni e interessi). Qui per multa s’intende l’importo della sanzione amministrativa, che quando non viene pagato entro 60 giorni dalla notifica del verbale di infrazione raddoppia rispetto a quello da pagare normalmente. In altri termini, la sanatoria non tocca nemmeno il normale raddoppio della sanzione. C’è però un caso che fa eccezione: quello in cui il creditore è lo Stato. Quindi solo se l’infrazione era stata accertata da Polizia, Carabinieri o altri agenti statali. In casi del genere, infatti, si azzera anche l’importo della sanzione originaria.

La rottamazione quater

Comuni e Province hanno la facoltà di disapplicare interamente la norma della legge di Bilancio 2023 sullo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro. Per non aderire, devono adottare e pubblicare (anche sui propri siti internet) un’apposita delibera entro il 31 gennaio 2023. In tale eventualità, rimane intatto il carico originario e il debitore non fruisce di alcun abbattimento.

Ma anche quando il Comune o la Provincia “chiude” a questo stralcio dei “mini ruoli” non tutto è perduto. Resta infatti il diritto del debitore di aderire alla rottamazione quater (prevista dalla stessa legge di Bilancio 2023), cosa che non è automatica come nello stralcio: occorre presentare una istanza entro il 30 aprile 2023. In questo modo, l’interessato otterrà gli stessi effetti possibili con lo stralcio dei debiti fino a mille euro previsto dalla legge di Bilancio 2023: la rottamazione quater consente di azzerare tutte le somme diverse dalla sorte capitale, incluso l’aggio di riscossione, con la sola eccezione delle spese sostenute dall’agente della riscossione (notifica delle cartelle ed eventuali spese per procedure esecutive). Ciò vale anche nel caso delle multe comminate dagli organi statali.

La prescrizione “ambita”

C’è poi la possibilità di farla franca del tutto. Accade nella non rara ipotesi in cui il debito è prescritto: non è rarissimo che le cartelle di pagamento vengano notificate “fuori tempo massimo” o che l’agente della riscossione faccia passare troppo tempo dalla notifica senza fare nulla. Altre volte, poi, può succedere che l’agente della riscossione non abbia (o abbia perduto) i documenti che dimostrano che la notifica era stata tempestiva. Ma per accertarsi di ciò, non basta guardare la data di notifica della cartella di pagamento: dopo di essa l’agente della riscossione ben potrebbe aver notificato atti che interrompono il conteggio dei termini di prescrizione (per esempio, un’intimazione di pagamento) impedendo quindi che il passare del tempo faccia prescrivere il debito. Sarà quindi consigliabile effettuare un accesso agli atti presso l’agente della riscossione, per verificare se da essi emerge che l’interruzione è stata effettivamente realizzata.

Insomma, i casi sono tanti, basta ricordare che la legge non ammette ignoranza e ognuno dovrà versare quanto dovuto entro i tempi previsti. Per non rischiare di veder lievitare le proprie multe arretrate.