Economia

Mps-UniCredit: soluzione a breve, probabilmente dopo elezioni del 3-4 ottobre

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Attesa a breve, molto probabilmente dopo le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, una soluzione all’intricata operazione UniCredit-Mps. 

Dopo mesi di indiscrezioni e di contatti informali, sono iniziate in piena estate le trattative ufficiali tra Unicredit e Mps per una possibile integrazione delle due realtà. Nel dettaglio la banca milanese e il ministero dell’Economia, nella sua qualità di azionista di maggioranza di MPS, avevano comunicato di aver “approvato i presupposti per una potenziale operazione avente ad oggetto le attività commerciali della banca senese, attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio”.

Tra i principali presupposti concordati da Unicredit con il Mef per verificare la fattibilità dell’operazione a livello patrimoniale ed economico c’è la neutralità della stessa rispetto alla posizione di capitale del Gruppo su base pro forma, un accrescimento significativo dell’utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette dell’operazione ed in ogni caso il mantenimento dei livelli attuali di utile per azione anche prima di tener conto delle possibili sinergie al 2023.

A pochi giorni dalla chiusura della trattativa con Unicredit, che dovrebbe decidere la sorte della banca senese, sembrerebbe che la banca di Piazza Gae Aulenti non è l’unica interessata nell’operazione di fusione.
Ci sarebbe infatti un nuovo colpo di scena nella vicenda di MPS. Secondo quanto riporta La Stampa, fonti governative avrebbero dichiarato che, sul dossier Mps, “la situazione è diversa dal 30 luglio, quando Unicredit, era l’unica strada percorribile. Adesso non è più così”, aggiungendo che tutto rimarrà però “congelato fino alle elezioni” amministrative del 3 e 4 ottobre.
Una decisione presa sulla scia delle richieste sempre più alte da parte di piazza Gae Aulenti ma soprattutto  dalle pressioni del mondo politico, sempre più rilevanti man mano che si avvicinano le elezioni suppletive nel collegio di Siena. Resta però da verificare il piano B. Sempre secondo quanto riporta il quotidiano torinese, negli ultimi giorni si starebbe facendo avanti Bper, che potrebbe rilevare un centinaio di sportelli Mps presenti nel nord Italia e in Emilia Romagna.
Smentite invece le indiscrezioni circolanti sull’interesse da parte di Generali.

Mps, Unicredit: il nodo delle elezioni a Siena

“Questa operazione Mps Unicredit si sarebbe potuta già concludere se non ci fossero state le elezioni politiche (quelle suppletive a Siena ndr) di mezzo”. Così il segretario generale della Fabi Lando Sileoni intervistato a Class Cnbc .

“Giustamente il presidente Mario Draghi, il ministro Franco e lo stesso direttore generale del Tesoro Rivera assieme al governo hanno deciso di abbassare i toni per permettere ai candidati di svolgere le elezioni in un clima più sereno rispetto a quell’attuale anche se non mancheranno le strumentalizzazioni a carattere politico con argomenti che non stanno in piedi”  … l’ad di Unicedit Andrea Orcel “ha un grosso vantaggio: non avrà alcun condizionamento della politica, andrà per la sua strada senza curarsi dei pettegolezzi, spero che non avrà alcun condizionamento delle dinamiche politico-finanziarie prettamente italiane, a condizione di saper utilizzare le proprie esperienze professionali maturate all’estero e anche qui in Italia e rappresenterà probabilmente la vera novità del settore”..

Proprio i sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin hanno indetto per il prossimo venerdì, 24 settembre, lo sciopero nazionale dei lavoratori di Mps in attesa di conoscere il futuro della banca. Le ragioni della protesta, spiegano i sindacati della banca senese, che effettueranno tre presidi a Roma, Milano e Bari, sono l’esclusione dei rappresentanti di 21mila addetti del gruppo bancario senese dalla discussione in corso sulle sorti del gruppo.

“Il silenzio del ministero dell’Economia che sta trattando in esclusiva con UniCredit una operazione societaria dai contorni incerti e indefiniti, l’assenza di chiarimenti su possibili opzioni alternative, la determinazione dello Stato azionista a rispettare l’impegno preso con l’Europa per l’uscita dal capitale della Banca entro fine anno” si legge nel comunicato.

Nei prossimi giorni passerà al vaglio dei board delle due banche il progetto di matrimonio tra Unicredit e Mps. Manca ancora una data ma la riunione potrebbe essere convocata in via straordinaria nei prossimi giorni. Grande attesa anche in via XX settembre a cui Unicredit potrebbe rivolgere nuove richieste.
Se Andrea Orcel volesse alzare troppo la posta, la trattative potrebbe arenarsi in maniera definitiva e l’unica alternativa per Siena sarebbe un piano “stand alone” con preventivo ricambio del board.