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Mps: prove generali per dopo Profumo

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SIENA (WSI) – Nel quartier generale di MPS ci si prepara all’addio del presidente Alessandro Profumo. A sostituire l’ex amministratore delegato di Unicredit potrebbe essere Pietro Modiano, presidente di Sea.

A alimentare le speculazioni sull’avvicendamento nella poltrona della banca senese in difficoltà è stato il presidente della Fondazione, Marcello Clarich. A margine dell’assemblea di Palazzo Koch il dirigente ha detto: un nome “io ce l’ho già in mente” e “forse qui lo trovo”.

In queste ore nelle sale operative, secondo le ricostruzioni dei quotidiani, oltre al nome di Pietro Modiano (ex Intesa Sanpaolo), si fa il nome di Luigi de Vecchi (Citibank).

Intanto si parla anche del piano di fusione, che secondo la Bce sarebbe indispensabile perché la banca più antica al mondo possa continuare a rispettare i requisiti di liquidità. L’aumento di capitale non basta e ora Siena dovrà trovarsi un cavaliere bianco.

Se non sarà in Italia – tra le favorite ci sono le popolari e in particolare Ubi Banca, con cui le sinergie e compatibilità sarebbero evidenti – l’attenzione potrebbe spostarsi in Francia, dove una candidata realistica sarebbe Crédit Agricole.

Come già successo per l’aumento di capitale dell’estate scorsa, il mercato non ha accolto di buon grado il piano da tre miliardi, ritenuto dagli analisti diluitivo per i soci. I titoli hanno perso terreno fino a ieri in Borsa tra volumi molto sostenuti. Per la verità c’era da aspettarsi una simile volatilità in occasione dell’annuncio del rafforzamento di capitale.

Rispetto al prezzo pre-aumento di venerdì, l’ammanco per i vecchi soci di Mps arriva al 20%. A pesare è stato anche la presa di distanze dalla banca del patto di sindacato che lega la Fondazione Mps ai sudamericani di Fintech e Btg Pactua.

Dopo la scadenza del primo lock-up lo scorso 16 maggio, il patto parasociale tra Fondazione, Btg Pactual e Fintech riguarda infatti ora una quota complessiva del 5,48% e non più del 9%.

(DaC)