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Mps, per il ceo Lovaglio non è più un problema sistemico per l’Italia

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Banca Mps “non è più un problema sistemico per l’Italia” Così Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Mps, in un’intervista concessa a “Il Sole 24 Ore” del 7 gennaio scorso, che ha confermato i target del piano, aggiungendo che ci sono “i presupposti” per “far emergere il grande valore della banca”.

Il manager ha spiegato come l’istituto senese, controllato al 64% dal Tesoro, dopo la ricapitalizzazione da 2,5 miliardi di euro e l’uscita di 4 mila dipendenti, con una riduzione annua dei costi di oltre 300 milioni annui, inizia il 2023 “rafforzando la credibilità del target di 700 milioni di utile pre-tax al 2024”.

Insomma l’istituto ha imboccato un percorso di crescita e, complici i tassi più elevati che giocano a favore, i target finanziari potrebbero essere raggiunti in anticipo.

“L’andamento dei tassi e il lavoro che stiamo facendo ci portano a pensare che su alcune linee del conto economico si possano anticipare i target, come sul margine di interesse. La banca presenta ora la capacità di generare capitale e ci sono i presupposti per considerare l’anticipazione della distribuzione di dividendi con l’utile netto del 2024”, ha aggiunto il manager al quotidiano economico, sottolineando che sono state create le condizioni per ricominciare a considerare Mps una banca ‘normale’. Parole che hanno dato vigore al titolo, che ieri ha chiuso la seduta con un rialzo superiore all’11%, portando a +8% la crescita da inizio anno.

Le aggregazioni

Lovaglio non si è invece sbottonato più di tanto sul lato delle future aggregazioni, passaggio che ad ogni modo sarà necessario per consentire l’uscita del Tesoro dal capitale della banca entro il giugno 2024, come da accordi con Bruxelles:

“L’operazione di aumento di capitale e la riduzione dei costi di struttura hanno posto le basi per un’adeguata valorizzazione della banca con varie opzioni strategiche di creazione di valore per gli azionisti. In Italia c’è sicuramente spazio per più poli bancari, di cui si parla da tempo”.

Il parere degli analisti su Mps

Gli analisti di Equita spiegano in una nota che “con l’aumento di capitale e l’esecuzione del piano di uscite del personale, Mps si trova nella posizione per avviare un solido percorso di crescita di banca commerciale con forte radicazione sul territorio e non essere più considerata come un rischio sistemico”. E aggiungono che il beneficio da rialzo dei tassi darà una contribuzione significativa al margine di interesse rispetto a quanto prudentemente proiettato a piano (2023E-24E EUR 3M a 0,1% e 0,66% da piano vs attuale 2,2%). “Confermato infine quanto ribadito con la presentazione dei risultati del terzo trimestre del 2022, ovvero che l’andamento dei tassi di interesse e l’esecuzione delle iniziative di piano permetteranno di anticipare alcuni dei target inizialmente previsti, inclusa la possibilità di anticipare la distribuzione di dividendi nel 2025 (dal precedente 2026)”.

Per quanto riguarda il titolo, gli esperti che non hanno un rating su Mps, evidenziano che i titoli dell’istituto senese trattano a sconto rispetto ai multipli del settore bancario. “Riteniamo che le indicazioni del ceo siano supportive in merito all’esecuzione della strategia delineata a piano e possano contribuire ad aumentare l’appeal speculativo sulla banca”, hanno commentato.