Economia

Mps lancia la nuova struttura “Business Imprese e Private Banking”

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I mercati Private Banking e Corporate di Mps uniti in un’unica unità organizzativa per incrementare la sinergia tra i due business. Così Banca Monte dei Paschi di Siena svela la nuova struttura, denominata “Business Imprese e Private Banking”, una risposta concreta all’evoluzione delle esigenze del cliente private che chiede di essere affiancato nei propri progetti personali e imprenditoriali ed ha così a disposizione tutte le competenze dei due mercati che in forte sinergia offrono servizi specialistici e consulenziali dedicati.

Mps: “Business Imprese e Private Banking”

La struttura “Business Imprese e Private Banking” è guidata da Maurizio Bai, a cui rispondono il mercato Private Banking, affidato a Francesco Rossi, il mercato PMI e Small Business di cui è responsabile Devis Pezzino e i Grandi Gruppi con a capo Carmelo Giansiracusa. Il nuovo modello di advisory integrato tra i due business presenta alcune novità per il Private Banking di Banca Mps, come la possibilità di rispondere ad alcune esigenze specifiche del cliente imprenditore come l’ottimizzazione della liquidità aziendale attraverso soluzioni d’investimento dedicate, in termini di target di rendimento, propensione al rischio e orizzonte temporale.

Il mercato del Private Banking, dopo il lungo periodo pandemico, sta orientando gli operatori verso un incremento del risparmio gestito con l’obiettivo di veicolare l’eccesso di liquidità verso soluzioni a maggiore valore aggiunto per il cliente, anche per rispondere all’attuale fase di incertezza e complessità dei mercati. Anche il Private Banking di Banca Mps già da tempo sta orientando la consulenza patrimoniale in questa direzione come si legge in una nota. La banca senese rivela inoltre che è allo studio l’utilizzo di strumenti e soluzioni d’investimento del patrimonio che possano contribuite allo sviluppo e al sostegno dell’economia reale del Paese e vadano a rafforzare gli strumenti già disponibili, come ad esempio i PIR.

Il Private Banking di Banca Mps, storicamente caratterizzato da un servizio altamente specializzato, in una logica di personalizzazione, trasparenza e riservatezza, garantisce anche la massima diversificazione nelle soluzioni d’investimento grazie alle partnership con le più prestigiose case di investimento internazionali e con un primario player per i servizi assicurativi. Inoltre, in collaborazione con le altre realtà del Gruppo ed in particolare con MpsFiduciaria, con la quale la sinergia è costante, la rete di Private Banker di Banca Mps riesce ad assistere i clienti anche in termini di soluzioni mirate per esigenze di passaggio generazionale, corporate finance e advisory non finanziario. Fondamentale, in tale ambito, il costante aggiornamento delle risorse realizzato grazie ad un percorso pluriennale, sviluppato in collaborazione con realtà accademiche che consentono di conseguire certificazioni a livello internazionale, che si è di recente arricchito di un percorso dedicato alla Finanza di Impresa, nell’ottica di rispondere in modo completo alle esigenze del cliente imprenditore.

La filiera del Private Banking di Mps conta 400 risorse, 48 centri Private e 5 centri family office su tutto il territorio nazionale, e al 30 giugno 2021, nonostante la complessità del periodo a causa della pandemia – Covid 19, ha raggiunto una raccolta (AuM) di 19.348 milioni di euro (vs. 18.118 milioni di euro al 30.06.2020).

Sullo sfondo la possibile cessione a UniCredit

Intanto le  nozze Mps-Unicredit tornano sotto i riflettori dopo le elezioni amministrative in Italia, con il voto per il collegio 12 della Camera a Siena considerato da molti uno dei passaggi delicati prima dell’intesa sul futuro dell’istituto toscano, il titolo di Unicredit sale del 3%, tornando ai massimi da marzo 2020 a 11,64 euro, mente Monte dei Paschi guadagna il 2,3%.

La vittoria del segretario del Pd Enrico Letta nel seggio vacante di Siena dovrebbe favorire la conferma del progetto del Tesoro che sta trattando in esclusiva con Unicredit il passaggio del controllo di Mps e, secondo indiscrezioni di stampa, il 27 ottobre sarà la data in cui, potrebbe arrivare l’esito dei negoziati. Una data che coincide con l’approvazione dei conti del terzo trimestre dell’istituto di Piazza Gae Aulenti. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, dai tavoli di negoziazione sarebbe trapelato “lo schema di massima dell’operazione” esisterebbe già, e che il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, “ha posto condizioni ben precise che riguardano il perimetro delle attività da rilevare (con esclusione degli sportelli nelle aree di sovrapposizione) e il trasferimento allo Stato del contenzioso legale e dei crediti deteriorati e in via di deterioramento”.

Certamente l’affaire Mps-UniCredit porta con sé un giro di cifre e numeri importati. Oltre 3mila filiali, 3.647 per l’esattezza, un numero simile  a quello che aveva nel 2015 e anche quasi 4 milioni di clienti in più, livello vicino a quello di Intesa Sanpaolo, il primo grande gruppo bancario italiano che con l’assorbimento di Ubi Banca aveva circa 14,7 milioni di clienti: questo il bottino che riceverebbe UniCredit acquisendo il Monte dei Paschi.

I numeri sono quelli che ha snocciolato un’indagine di Excellence Consulting sulla base dei bilanci a disposizione nel 2015 e nel 2020. Ovviamente sono numeri da prendere con le pinze ma che in ogni caso fotografano la realtà che potrebbe venirsi a formare con l’operazione di acquisizione da parte della banca di Piazza Gae Aulenti del Monte senese, permettendo così alla prima di crescere su tutto il territorio nazionale dopo anni di magra imposti dall’ex AD Jean Pierre Mustier che ha imposto una manovra lacrime e sangue per UniCredit con la riduzione, tra il 2015 e il 2020 , di filiali che da 3.729 sono scese a 2.229, mantenendo però integra la massa dei clienti, anzi accrescendola un po’ da 7,49 a 7,53 milioni.