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Mps: servono oltre 2 miliardi di aumento per restare nei parametri Bce

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Nuova tegola in arrivo per  Mps che il 5 novembre comunicherà i conti trimestrali aggiornati a fine settembre.

Secondo fonti finanziarie che continuano ad aggiungersi, il Monte dei Paschi andrebbe incontro alla necessità di approvare un nuovo aumento di capitale da 2-2,5 miliardi di euro, per far fronte a una serie di nuove perdite e mantenersi, allo stesso tempo, entro i requisiti di capitale previsti dalla Bce.

I nuovi problemi di Mps

In seguito alla condanna in primo grado degli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (6 anni per aggiotaggio e false comunicazioni sociali), Mps deve prepararsi con maggiore robustezza alle richieste di danni in relazione ai bilanci redatti dalla terzultima gestione.

Secondo quanto riferisce Repubblica, “le stime dei consulenti della banca, giunte in consiglio il 29 ottobre, avrebbero proposto maggiori appostamenti per 416 milioni di euro”, in relazione alle cause legali.

Oltre a questa cifra, il bilancio della banca dovrà scontare anche i 700 milioni di impatto per la cessione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati ad Amco, le perdite di gestione (1,09 miliardi solo nei primi sei mesi del 2020) e nuovi oneri regolatori che scatteranno a gennaio. Il rischio è che, con tutti queste voci negative in arrivo, il patrimonio in rapporto alle attività della banca scenda al di sotto della soglia minima prevista dalla Bce per il 2020, pari all’11%.

Il dossier privatizzazione

Nel frattempo resta sullo sfondo la partita per la nuova privatizzazione della banca, che secondo i nuovi accordi con Bruxelles, dovrà essere completata entro l’aprile 2022.

Attualmente il Tesoro detiene oltre il 68% del capitale. “Stiamo lavorando e abbiamo lavorato per sostenere e rafforzare questa banca, definendo un percorso di rilancio con la Commissione europea, che passerà anche per una operazione di fusione con un partner sufficientemente forte da consentirle un futuro”, aveva detto sabato scorso il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, “è un percorso” quello dell’aggregazione “che può prendere diverse forme: seguiamo gli sviluppi tenendo fermo l’obiettivo strategico di rilancio” di Mps.

Per il momento l’unico attore accreditato per l’acquisizione della banca resta Unicredit, benché manchino ancora chiare manifestazioni di interesse da parte di Piazza Gae Aulenti. Per il momento il Tesoro si è limitato a smentire le voci di un’offerta lanciata all’istituto guidato da Jean Pierre Mustier: “Non è stata presentata nessuna proposta ad alcuna controparte”.