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Morgan Stanley: “Wall Street ha corso troppo. Giù del 10% prima di nuovo rally”

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Wall Street ha corso troppo. Ne sono convinti gli analisti Morgan Stanley, che scommettono su una correzione del mercato azionario Usa, prima di una nuova ripartenza.

La banca d’affari Usa prevede un calo del 10% per l’indice S&P 500 sulla scia di una serie di rischi che si stanno accumulando dietro la corsa senza ostacoli dei mercati. A partire dall’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 (che negli Usa vede nuovi record per il numero di nuovi contagi), ma anche per via dell’incertezza sugli esiti delle elezioni presidenziali Usa del 2020 e di una spesa pubblica senza freni.

“Pensiamo che il risultato più probabile sia una correzione del 10% dello S&P 500 prima di una nuova corsa al rialzo”, hanno scritto gli esperti in una nota.

Nasdaq aggiorna il 29esimo record del 2020

Ieri il Nasdaq ha terminato la seduta con un aumento dell’1,5%, aggiornando il suo 29esimo record del 2020. L’indice è aumentato di quasi il 60% rispetto al minimo del 23 marzo, alimentato da una manciata di società a grande capitalizzazione, tra cui Microsoft e Tesla e dai cosiddetti FAANG (Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google).

Guadagni a due cifre anche per il Dow Jones Industrial Average e l’indice S&P 500 entrambi aumentati di almeno il 43% dai minimi di fine marzo.

“Una volta completata la correzione, prevediamo che il mercato rialzista continuerà a espandersi e sulla base di ciò che riteniamo continuerà a essere una sorprendente ripresa dell’economia e degli utili entro la fine dell’anno e nel 2021”, hanno concluso gli analisti della banca d’affari USA..

Le previsioni dell’ufficio studi di Morgan Stanley non sempre si sono rivelate corrette, ma negli ultimi mesi non hanno sbagliato un colpo. Le stime del team della banca Usa si sono rivelate corrette a marzo, quando hanno anticipato i minimi dello S&P 500 toccati il 23 marzo a 2.237  punti.

Lo stesso è successo a maggio, quando, è stato suggerito di acquistare in occasione del nuovo pull back. Un suggerimento che, a posteriori, si è rivelato corretto considerato che, da marzo, i mercati azionari hanno chiuso quattro mesi di fila in rialzo.