Economia

Moody’s, rispunta inchiesta e multa sui rating gonfiati

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La riduzione della forza fiscale e l’interruzione della riduzione del rapporto debito/PIL sono i motivi per cui Moody’s ha abbassato il rating dell’Italia a Baa3 (da Baa2) con outlook stabile venerdì a mercati chiusi. Una notizia che almeno oggi in avvio di seduta non ha pesato sullo spread, visto che il differenziale è scivolato in avvio di ben 10 punti percentuali sotto quota 290 punti con il rendimento al 3,36%. Questo perché le prospettive stabili sono accolte positivamente dal mercato, in quanto allontano lo spauracchio di un downgrade sul breve.

La notizia del downgrade dell’agenzia internazionale è stata accompagnata da un’altra informazione, in verità non nuova, ma che è tornata alla ribalta dopo la decisione sull’Italia. Il riferimento è all’accordo che Moody’s avrebbe patteggiato con le autorità federali e statali Usa a inizio 2017 per porre fine all’inchiesta nata dall’accusa di aver gonfiato il rating di mutui ipotecari rischiosi negli anni che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008-2009.

In base all’accordo Moody’s ha pagato 437,5 milioni di dollari al Dipartimento di giustizia, alle autorità giudiziarie di 21 stati Usa e al District of Columbia dove si trova la capitale Washington. Moody’s ha riconosciuto di non aver seguito i suoi standard di giudizio, avendo così favorito il terremoto finanziario partito dai mutui subprime per aver assegnato un basso rischio a titoli invece molto rischiosi, a fronte di commissioni incassate molto vantaggiose.

Anche Standard & Poor’s Ratings è finita nel mirino delle autorità giudiziarie e ha raggiunto un accordo di patteggiamento del valore di 1,5 miliardi dollari per chiudere le indagini promosse da autorità statali e federali statunitensi sui criteri utilizzati per valutare i bond prima e dopo lo scoppio della crisi finanziaria. La multa in tal caso è stata più salata, ben 687,5 milioni di dollari pagati al Dipartimento di Giustizia e un ammontare analogo 19 Stati e al Distretto di Colombia.