Economia

Moda, per il settore italiano si stima una perdita di 30 mld

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Annata da dimenticare per il settore della moda italiano a seguito dell’emergenza coronavirus. Prima il lockdown e poi il calo dei consumi a livello mondiale hanno contribuito a falcidiare le vendite del settore.
Nel secondo trimestre oltre l’86% delle imprese del settore ha subito un calo di fatturato superiore al 20% e solo il 10% delle aziende è riuscita a contenere il calo entro il 20%. Il dato emerge dalla 2° indagine congiunturale sul “Tessile Moda e Accessorio” di Confindustria Moda che fotografa un settore in forte difficoltà.
Dalla ricerca emerge anche che il 93% delle aziende a campione ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, nel 54% dei casi tale strumento ha effettivamente interessato oltre l’80% dei dipendenti totali dell’azienda.
Di contro, solo nel 6% dei casi gli addetti coinvolti non superano il 20% del totale. Il 55% ha, peraltro, anticipato la Cig al proprio personale.

Le attese per il secondo semestre

Per la seconda parte dell’anno il sentiment nel mondo della moda resta improntato al pessimismo. Solo il 7% del campione della ricerca prevede di contenere la flessione tra «il -1% e il – 10%», il 13% prospetta un calo tra «il -10% e il -20%», ma è il 51% delle aziende a temere una chiusura tra «il -20 e il -50%». Un ulteriore 19% teme cali tra il «-50 e il -70%, mentre il 5% prevede un calo superiore al -70%.
Ponderando le singole risposte rilevate nel corso dell’indagine, la flessione media annua per il made in Italy è prevista al -32,5% rispetto al dato 2019, ovvero 30,3 miliardi di euro in meno.

“E’ una catastrofe economica senza precedenti, che rischia di cancellare interi pezzi della nostra filiera, unica al mondo – commenta Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda, che prosegue: “E’ una stima preliminare, ma gli effetti della pandemia sui bilanci e sull’occupazione saranno devastanti. Siamo il secondo più importante settore manifatturiero in Italia e il primo contributore positivo alla bilancia commerciale. Dobbiamo fare ancor più sistema e insieme ripartire”.