Società

Scontro tra Salvini e Asselborn: “usa metodi fascisti”

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Monta la polemica tra il ministro degli Interni Matteo Salvini e quello degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn. Il tutto è partito da un dibattito acceso tra i due sul tema caldo dei migranti a Vienna, nel corso dell’incontro dei ministri dell’Interno Ue. È stato lo stesso Salvini a pubblicare sui suoi social il video.

“Il ministro del Lussemburgo ha dichiarato che in Europa abbiamo bisogno di immigrati perché stiamo invecchiando. Gli ho risposto che io invece lavoro perché i ragazzi italiani (ed Europei) tornino a mettere al mondo dei figli perché non voglio nuovi schiavi. Guardate la sua reazione, non l’ha presa bene. Ha iniziato a insultare”.

Nel suo intervento il titolare del Viminale ha spiegato “di essere al governo e di essere pagato per aiutare i nostri giovani a tornare a fare quei figli che facevano qualche anno fa e non per espiantare il meglio dei giovani africani per rimpiazzare i giovani europei che per motivi economici oggi non fanno più figli”.

“Magari in Lussemburgo c’è questa esigenza, in Italia invece abbiamo l’esigenza di aiutare i nostri figli a fare degli altri figli e non ad avere nuovi schiavi per soppiantare i figli che non facciamo più”.

Mentre Salvini parlava il ministro Asselborn interrompendolo, ha ricordato:

“In Lussemburgo, caro signore, avevamo migliaia di italiani che sono venuti a lavorare da noi: erano migranti che hanno lavorato qui affinché voi in Italia poteste avere i soldi per i vostri figli”.

Asselborn stizzito si è lasciato scappare anche un insulto (“merde alors” che in francese si traduce con un più colorito “diamine”).

“Salvini usa metodi e toni dei fascisti degli anni Trenta. È stata una provocazione calcolata. Il video è stato girato a mia insaputa. Se vengono ripresi incontri di ministri Ue, allora non ci potrà mai più essere un dibattito franco”.

Così oggi la risposta del ministro degli Esteri lussemburghese  in un’intervista rilasciata al portale online del settimanale tedesco Spiegel.

“Il ministro socialista del paradiso fiscale Lussemburgo, dopo aver paragonato i nostri nonni emigranti italiani ai clandestini che sbarcano oggi, dopo aver interrotto un mio discorso urlando ‘m…’, oggi mi dà del ‘fascista’. Ma dico io, che problemi hanno in Lussemburgo?!? Nessun fascismo, solo rispetto delle regole. Se gli piacciono tanto gli immigrati che li accolga tutti in Lussemburgo, in Italia ne abbiamo già accolti anche troppi”.

Cosi Matteo Salvini replica al ministro Jean Asselborn. Una coincidenza il fatto è che Salvini litiga con il Lussemburgo mentre negli ultimi giorni i PM di Genova che indagano sulla truffa dei rimborsi elettorali della Lega sono volati nel Paese palla ricerca dei conti del partito. Nel corso di un’intervista al Fatto quotidiano, il presidente del Parlamento del Lussemburgo Mars Di Bartolomeo.

“Se davvero la Lega ha nascosto la sua cassa nel mio Paese, presto scoprirà che non siamo un paradiso fiscale ma seguiamo le regole della trasparenza”.