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Mercati troppo compiacenti o fondamentali giustificano rialzi?

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Piazza Affari viene da una due mesi da record che ha permesso alla Borsa di Milano di accumulare un guadagno del 13%. Il computo è molto positivo anche per le altre Borse europee, mentre Wall Street ha guadagnato quasi il 12%. Tale è il progresso messo a segno dall’indice S&P 500, salito di circa 450 punti in due mesi. Il listino allargato è passato dai 2.447 punti del 3 gennaio ai 2.803 attuali (valore prima dell’apertura odierna).

in Europa il Dax tedesco è in rialzo di circa il 10% ma ancora meglio fa la Borsa cinese. L’indice Shanghai Composito è in progresso di oltre il 21%. L’attivo di mercato più debole è lo yen, che sul Forex ha perso il 2% sul dollaro Usa nel 2019.

Tutto ciò è stato possibile malgrado la delusione per i dati macro economici. I principali indici dell’attività economica relativa a fine 2018 e all’inizio del nuovo anno hanno deluso in negativo. È indice del fatto che l’economia globale sta rallentando la corsa. Tuttavia i mercati per il momento danno l’impressione di voler ignorare questi sviluppi.

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Indice macro di Citi sotto i minimi del 2018

L’indice delle sorprese economiche di Citigroup è sceso sotto i minimi del 2018 e ora scambia ai minimi in praticamente cinque anni. Si tratta di una distorsione pesante, che gioca in favore di chi crede che le condizioni economiche si stiano indebolendo progressivamente. Nel mondo, il settore manifatturiero ha subito una contrazione in 13 paesi su 30 tra cui giganti del calibro di Germania, Cina e Giappone. L’anno scorso a febbraio erano soltanto due.

L’ottimismo sul fronte della guerra commerciale sino americana sta aiutando i rialzisti dei mercati a superare a testa alta le turbolenze macro. E questo favorisce in generale i titoli percepiti come maggiormente rischiosi a inizio 2019.

Ma non si sa quanto e se tanto ottimismo dal fronte geopolitico e commerciale durerà. Citando persone di entrambi gli schieramenti a conoscenza della vicenda, il Wall Street Journal sostiene che la tregua sarà firmata dalle due prime potenze economiche al mondo.

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L’indice PMI manifatturiero globale è sceso a quota 50,6, il livello più basso da giugno 2016. Un accordo commerciale tra Usa e Cina potrebbe essere positivo sulla carta, ma da solo non basterebbe a rilanciare l’attività economica.

Gli investitori stanno reagendo come se Donald Trump e Xi Jinping stessero già per firmare l’accordo. L’impressione diffusa di analisti e commentatori di Borsa è che siano un po’ troppo compiacenti. Qualora la situazione economica si dovesse evolvere per il peggio, il brusco ritorno alla realtà potrebbe essere doloroso per i mercati.