Mercati

Mercati: l’outlook 2020 Framont & Partners Management

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a cura di Daniele D’Arienzo, gestore di Framont & Partners Management

I dati e gli eventi che stanno caratterizzando l’ultimo trimestre del 2019 ci inducono a guardare al 2020 con un cauto ottimismo ed una  moderata fiducia.

Il quadro economico di riferimento

La crescita dell’economia globale dovrebbe attestarsi attorno al 3,2%, le politiche monetarie delle principali banche centrali dovrebbero rimanere accomodanti con la Fed che potrebbe ulteriormente ridurre il costo del danaro, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina sembra si stiano definendo in maniera positiva e dopo più di un anno e mezzo ci sono stati afflussi d’investimento sull’Europa.

Le scelte di investimento di Framont & Partners Management

Tutti questi dati di fatto fanno propendere la nostra asset allocation sull’azionario a  focus geografico Europeo. Riteniamo, a tale proposito, che i mercati azionari europei nei prossimi 12 mesi potrebbero giovare di una serie di fattori positivi come la definizione della Brexit, una possibile attivazione della leva fiscale in Europa, una dinamica favorevole in termini di spread tra i paesi core e quelli periferici e un incremento dell’attivita’ di M&A.

Ci attendiamo una  crescita degli utili aziendali tra il 2 ed il 3% e proprio per questa ragione preferiamo i titoli value rispetto ai titoli growth.
Riteniamo che alla base di un efficiente e profittevole stock picking vi sia la costante ricerca di titoli con dei solidi fondamentali non ancora prezzati dal mercato.

In termini settoriali e’ evidente la sottovalutazione di tutto il comparto bancario, riteniamo altresi’ interessanti il settore insurance e financial services con generosi dividend yields.
Nella nostra allocation manteniamo la nostra view neutrale sul petrolio preferendo large caps con elevati dividendi, mentre riduciamo il peso sui settori lusso ed utilities che a questi livelli di prezzo stanno trattando a multipli di mercato cari rispetto al passato.

Relativamente alle aree geografiche manteniamo la nostra view neutral sul Giappone, siamo cauti sugli Stati Uniti (elezioni di Novembre ed impeachment in corso) e rimaniamo  moderatamente positivi sugli emerging markets Asia.

Per quel che concerne il fixed income riteniamo che i tassi d’interesse rimarranno a questi livelli per molto tempo, questo dovrebbe spingere molti fixed income managers ad allungare la loro duration per intercettare maggiori rendimenti.
Riteniamo che tale strategia tuttavia possa essere profittevole nel breve-medio termine, ma che nel lungo termine possa esporre gli investitori ad un risk/reward profile non efficiente. Relativamente ai corporate bonds Investment e non Investment grade rimamiano sottopesati preferendo large caps con high dividends.

In conclusione in questo quadro macro incentrato al cauto ottimismo  confermiamo la nostra preferenza per l’asset class azionaria rispetto a quello obbligazionaria, mantenendo il nostro sovrappeso sull’Europa dove ultimamente c’e’ stato un ritorno d’interesse da parte degli investitori overseas come testimoniato dall’ultimo dato sugli afflussi d’investimento.

L’andamento degli indici Msci Europe negli ultimi 5 anni