Economia

I mercati hanno un problema da 13 mila miliardi

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Dopo i massicci programmi d’acquisto le maggiori banche centrali, in una prospettiva di moderato rafforzamento economico hanno un nuovo problema di cui occuparsi: gestire le conseguenze del rientro da questa espansione quantitativa, nella direzione di una normalizzazione della politica monetaria.

Messi assieme, i bilanci di Bce, Fed e BoJ totalizzano una cifra pari a 13mila miliardi di dollari. Di certo sarà la Fed la prima a prendere misure in questa direzione riducendo il reinvestimento dei titoli che raggiungono la scadenza. Secondo le ultime minute, il processo potrebbe iniziare entro l’anno. “Se la Fed fa tapering dei reinvestimenti, il mercato dovrà trovare un’altra strada per assorbire l’offerta addizionale di titoli”, aveva scritto una nota di Societe Generale firmata da Brigitte Richard-Hidden.

 

Lo scopo fondamentale di questo processo di normalizzazione è duplice: ridurre l’iniezione di liquidità aggiuntiva nel sistema (che potrebbe condurre a un aumento eccessivo dell’inflazione) e recuperare spazio di manovra in caso di nuove crisi (un discorso che vale anche per il rialzo dei tassi, che non possono scendere all’infinito). Il problema è che il ritorno alla normalità dopo numerosi anni “a statuto speciale” non sembra un processo facile: tagliare il volume di acquisti è come scendere dalla montagna, “è sempre più pericoloso della salita” dice a Bloomberg il Ceo dell’hedge fund Eurizon Slj Capital, Stephen Jen.

La Fed in particolare, porterà a scadenza 426 miliardi di Treasuries nel 2018, mentre altri 357 miliardi seguiranno nel 2019. Nel 2013 la Taper Tantrum aveva provocato un rialzo dei rendimenti dei titoli di stato americani dall’1,6% a oltre il 3%, quando Ben Bernanke aveva dato segno di voler introdurre una riduzione nell’acquisto di titoli del Tesoro Usa. Potrebbe accadere di nuovo? Per cercare di evitarlo, ha dichiarato Shane Oliver responsabile degli investimenti della Amp Capital Investors, le banche centrali dovranno preparare per bene il terreno, essere “molto caute” nel ritmo di riduzione degli acquisti e potranno sostituirsi a volte ai rialzi dei tassi.