Economia

Mercati, Fugnoli: nessun grosso calo nel 2018, ma attenti all’inflazione

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“Il 2018 si profila a doppia narrazione. Da una parte i dati reali, molto buoni fino a prova contraria, dall’altra l’ascolto ansioso di qualsiasi fruscio possa somigliare anche lontanamente a una prova contraria”. Così scrive Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos nella sua newsletter settimanale Il Rosso e Il Neroelencando tra i fattori che stanno creando ansia i rumors che la Cina voglia ridurre gli acquisti di Treasuries, o l’uscita di Pare che Trump stia per uscire unilateralmente dal Nafta.

“Ne conseguono un aumento graduale della volatilità (il passaggio da una narrazione all’altra e viceversa), un possibile lento aumento dei tassi reali, dell’inflazione attesa nel lungo termine e del term premium nei bond e un possibile arresto (e accenno di inversione di tendenza) nel processo di espansione dei multipli azionari. Il tutto unito a un modesto ulteriore deprezzamento del dollaro specifica Fugnoli, aggiungendo che per ora “nessun ribasso generalizzato, significativo o duraturo degli asset finanziari, almeno per quest’anno o finché davvero non si manifesti l’inflazione”.

È infatti proprio l’inflazione, secondo l’esperto, il dato centrale nelle discussioni per 2018.

 “Finché non sale, la normalizzazione sarà lenta e non consisterà in un ripristino dei tassi reali positivi. Si permetterà al massimo che i tassi reali risalgano verso lo zero” scrive Fugnoli, aggiungendo che “Si è molto parlato, nell’ultimo periodo, di un’inflazione che sale in modo strisciante e qua e là si è anche visto qualcosa. Onestamente, però, è ancora troppo poco. Si nota anche, in tutte le indagini presso le imprese in America, Germania e Giappone, una difficoltà crescente a trovare personale. Al tempo stesso, tuttavia, si nota che le imprese non rincorrono i candidati offrendo loro retribuzioni più alte e cercano di arrangiarsi con il personale che hanno a disposizione o, eventualmente, con l’automazione e l’aumento della produttività. Siamo d’accordo, l’acqua è sempre più calda, ma il livello di ebollizione, l’inflazione conclamata, continua a non essere raggiunto. E d’altra parte prevenire, alzando i tassi in anticipo su quanto già annunciato, rischia di fare scendere il livello degli asset finanziari e di raffreddare il clima di fiducia troppo presto.