La scarsa esuberanza delle due previsioni Nowcast della Fed di Atlanta e di New York sembrano anticiparlo nettamente: nel secondo trimestre la crescita del Pil statunitense subirà un deciso rallentamento. La media delle due previsioni, basate su un modello matematico basato sui dati disponibili del trimestre in corso e privo di variazioni soggettive, si attesta all’1,4%. Si tratterebbe di un ritmo di crescita più che dimezzato rispetto al +3,2% registrato nel primo trimestre (che beneficiò, però, dell’andamento del commercio estero e dell’aumento delle scorte).
Analizzando i risultati degli ultimi quattro trimestri, la tendenza decrescente sembra dunque avviata: 4,2%; 3,4%; 2,2% e 3,2%.
“E’ difficile non preoccuparsi del fatto che il Q3 e Q4 potrebbero essere ancor più bassi” rispetto al +1,4% che la Fed prevede per il secondo trimestre, afferma Nicholas Colas, cofondatore di DataTrek Research, e non mancano “motivi ragionevoli per vedere un’attività economica ancora più bassa, come ad esempio l’incertezza della guerra commerciale”.
Anche per questo i Fed Funds Futures hanno iniziato a prezzare, con una probabilità cresciuta del 33%, l’eventuale taglio dei tassi in occasione del 19esimo incontro del Fomc.
Se il rallentamento sembra ormai delineato, non ci sarebbero tuttavia motivi sufficienti per attendersi una vera e propria recessione nella seconda metà dell’anno. “Nulla nei dati finora segnala che l’economia americana sia sul precipizio di una profonda recessione”, prosegue Colas, “entrambi i modelli [Nowcast] mostrano un rallentamento dell’attività, ma le ultime letture settimanali non sono peggiori rispetto alle precedenti”.