Società

Mercati in rimonta, dialogo costruttivo Cina-Usa sui dazi

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Al termine di una settimana di su e giù sull’ottovolante, i mercati si rifanno venerdì. Gli investitori, aiutati dalla schiarita delle nubi intorno alla guerra dei dazi sino americana, sono riusciti a ritrovare un po’ di pace e mettere da parte per un momento le paure di un rallentamento dell’attività economica mondiale.

Grazie alla speranze di una tregua commerciale definitiva tra Cina e Stati Uniti, l’azionario potrebbe alla finen chiudere l’ottava con un computo positivo. Le notizie che giungono da Pechino sono buone. Il rappresentate Usa del Commercio Robert Lighthizer e il Segretario di Stato Steven Mnuchin (nella foto) hanno avviato un dialogo oggi con il principale negoziatore cinese sulle questioni commerciali, Liu He.

Si tratta di una visita lampo di appena 24 ore ma sembra che stia già portando frutti. Il dialogo in corso è stato definito “costruttivo” da Mnuchin (vedi Tweet riportato in fondo) e i progressi fatti dalla Cina sono stati descritti come “inediti”.

Guerra dei dazi verso il termine: si profila un accordo

È proprio quest’ultima parte a piacere in particolare ai trader. Considerato il fatto che la guerra sia anche tecnologica oltre che commerciale, la decisione della Cina di presentare “offerte senza precedenti” come i trasferimenti delle tecnologie, ha alimentato l’ottimismo.

La guerra commerciale a colpi di dazi innervosisce i mercati da mesi, spingendo gli investitori a puntare sui beni rifugio come bond e valute sicure. Un qualsiasi colpo di scena cambierebbe completamente le strategie di trader e broker.

Quando Mnuchin ha dichiarato che “abbiamo avuto una cena di lavoro molto produttiva ieri sera e non vediamo l’ora di incontrarci di nuovo oggi”, per definire gli ultimi dettagli. Rob Carnell, chief economist di ING Bank, ha detto alla CNBC è convinto che i mercati saranno premiati con “un accordo di qualche tipo che entrambe le parti proclameranno come una vittoria fantastica” per il propri paese.

Bisogna però vedere quale tipo di intesa sarà stretta. “La cosa da tenere bene a mente è che si tratta di un processo”. Qualunque risultato porterà, insomma, secondo l’economista rimarranno sempre tante altre cose da definire.