
BRUXELLES (WSI) – Torna la paura dell’inflazione sui mercati azionari di tutto il mondo. La scorsa settimana Wall Street ha registrato una delle sue migliori performance settimanali recuperando metà delle perdite dalla sorprendente correzione del mercato verificatasi all inizio di questo mese.
L‘indice Vix, soprannominato l’indice della paura è calato sotto i 20 punti, ma ciò che temono gli analisti è che sarà del tutto improbabile rivedere la calma sui mercati. Nelle prossime settimane sarà chiaro se il mercato azionario riacquisterà la piena fiducia nei guadagni e nell’economia.
E’ Quincy Krosby, chief market strategist at Prudential Financial, che parla del muro dell’inflazione, termine usato per descrivere la tendenza del mercato azionario a superare i fattori potenzialmente negativi man mano che sale.È interessante notare che i timori di un aumento dell’ inflazione e di maggiori costi di finanziamento sono stati accusati di aver innescato per primi il selloff del mercato azionario.
Il tarlo che mina la quiete dei mercati, scrive Il Sole 24 Ore, è l’inflazione e i suoi effetti su consumi e profitti.
“Dopo le ultime statistiche negli Stati Uniti e in Germania gli investitori non vogliono più ignorarla: i rendimenti obbligazionari salgono per adeguarsi a tassi di interesse più alti e le azioni corrono di meno, e spesso in ordine sparso, perché non tutte le società possono sopportare senza danni condizioni finanziarie più aspre”.
A tenere in sacco l’inflazione specie in Europa l’euro forte che può costituire un freno alle esportazioni. Ma è l’andamento del dollaro la principale incognita. Ma a fare la loro parte anche i rendimenti obbligazionisti che possono ripercuotersi sui listini azionisti.
“Con tutti questi aggiustamenti di segno contrapposto, sarà difficile per i mercati evitare altre fasi turbolente”.
Inflazione, parola d’ordine: “mantenere la calma”
Detto questo secondo gli analisti di Deutsche Asset Management, chi ha paura di un surriscaldamento dell’inflazione improvviso farebbe meglio a mantenere la calma. Quando si tratta di aumentare i rendimenti dei mercati obbligazionari, difatti, “le aspettative di inflazione dicono meno della metà delle cose”.
“I timori sull’inflazione sono aumentati da quando è stato pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro US di gennaio. Alcuni addirittura danno addirittura la colpa del rischio inflazione alla recente correzione dei mercati azionari. Ma non tutti i mercati sono interessati. Prendiamo in considerazione i titoli di stato statunitensi: dopo aver toccato il 2% a settembre 2017, i rendimenti dei titoli decennali sono aumentati di circa 90 punti base. Tuttavia, questo aumento è stato determinato principalmente dall’aumento dei rendimenti reali che sono comunemente adottati come indicatori delle aspettative di crescita. Anche la ripresa delle aspettative di inflazione ha contribuito, ma in misura molto minore. Un andamento simile lo hanno avuto i Bund tedeschi, come mostra il nostro grafico della settimana” (vedi sotto).
Per Oliver Eichmann, Co-Head EMEA Fixed Income di Deutsche Asset Management, il mercato obbligazionario ha un messaggio: “per ora, la ripresa dei rendimenti riflette una crescita più sostenuta e non tanto un aumento dell’inflazione”.
Il messaggio più grande, tuttavia, è quello di non dare troppo peso a ogni singola pubblicazione di dati, come la crescita della retribuzione oraria negli Stati Uniti in un mese. Come precedentemente sottolineato, le aspettative di inflazione, come emerge dai titoli indicizzati all’inflazione, sono in costante aumento da oltre due anni (vedi grafico della settimana “Le aspettative di inflazione” del 15/1/18).
“Questo è coerente con il nostro scenario di base di un’accelerazione moderata. Con un mercato del lavoro Usa così rigido come è stato per qualche tempo, è stato incauto ignorare prima della recente correzione del mercato i rischi d’inflazione. Sulla base dei dati fino ad ora, sarebbe ugualmente imprudente aspettarsi una rapida accelerazione. Per il momento, le aspettative inflazionistiche sembrano saldamente ancorate. Fino a quando la situazione non cambierà, crediamo si debba mantenere la calma ma restando vigili”.