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Le opacità del caso IW Bank, M5S invoca commissione d’inchiesta

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Lo scorso 25 marzo il pm che ha condotto le indagini sul caso IW Bank (gruppo Ubi) ha chiesto al gup del tribunale di Milano una condanna di un anno e 2 mesi per tutti i 14 imputati, fra cui si trovano vari ex dirigenti e consiglieri della banca. L’accusa è quella di aver ostacolato la vigilanza di Bankitalia, consentendo 49 milioni di transazioni senza controlli antiriciclaggio per un valore di mille miliardi di euro, durante un periodo compreso fra il 7 maggio 2008 e il 14 maggio 2014.

Nel dettaglio, parte della dirigenza di IW Bank avrebbe cercato di tenere allo scuro Bankitalia sul fatto che l’istituto non aveva l’anagrafica di 104mila clienti e che non effettuava alcun controllo antiriciclaggio sulle operazioni. Fra gli imputati all’udienza preliminare compaiono anche l’ex amministratore delegato Alessandro Prampolini e l’ex presidente Mario Cera. Nell’ambito dell’udienza, è stato richiesto anche il pagamento di una sanzione amministrativa da 600mila euro alla stessa banca.

Sul caso sono intervenuti i parlamentari pentastellati Elio Lannutti (fondatore di Adusbef) e Daniele Pesco (presidente della commissione Bilancio al Senato): IW Bank “riaccende l’attenzione su un’altra inquietante vicenda del settore bancario. Se poi consideriamo che il numero uno della banca controllante, Victor Massiah, è imputato a Bergamo in un altro processo per ostacolo alla vigilanza che riguarda Ubi, terzo gruppo bancario italiano, comprendiamo una volta di più quanto sia indispensabile avviare in tempi brevi la Commissione di inchiesta sulle banche”.

Secondo le statistiche Assosim, citate da Nicola Borzi su Valori.it, IWBank nel 2010 “era seconda in Italia nella classifica dei principali intermediari per controvalore delle transazioni dei clienti sulle azioni, mentre sui bond era quarta con il 7,6% e l’8,4% del controvalore nazionale a seconda del mercato analizzato”. Nel 2015 la Guardia di finanza aveva perquisito le sedi di Milano, Brescia e Varese per indagare su operazioni, per un controvalore di 15-16 milioni di euro che avevano coinvolto società offshore alle Bahamas e alle Cayman.