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Le notizie sono false ma il rialzo a Wall Street è reale

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I rumor non devono confermarsi per forza veritieri per poter spingere al ribasso o al rialzo i mercati. Specie quando si tratta di indiscrezioni o voci di politica, anche se queste sono fatte circolare da siti di informazione “alternativa” che talvolta sono forieri di notizie fasulle (fake news).

Uno degli esempi più lampanti è quanto avvenuto giovedì scorso. Si tratta di una vicenda che potrebbe cambiare per sempre le abitudini di lettura e le fonti su cui si affidano i trader. Il sito di Alex Jones InfoWars, notoriamente fonte di teorie cospiraziniste vicino agli ambienti della destra conservatrice, ha pubblicato un video in cui Donald Trump veniva di fatto scagionato dalle accuse relative allo scandalo Russiagate che ha travolto l’amministrazione a Washington nelle ultime settimane.

Le sale operative hanno creduto alle voci, e l’azionario per la prima volta dopo diverse sedute ha iniziato a salire di prezzo. Alla fine si è scoperto che il video era datato (del 3 maggio) e che era stato editato con l’intenzione di accusare l’ex direttore dell’Fbi James Comey di spergiuro.

Ma nulla in realtà è cambiato. Trump non è stato e non era stato ancora “assolto”, ma quando i trader l’hanno scoperto, l’indice del dollaro ha comunque continuato la sua corsa.

Gli analisti hanno allora iniziato a interrogarsi su come vanno assimilate le tante informazioni che circolano in Rete in un mercato che nell’era delle ‘fake news’ ha iniziato a credere anche a rumor che poi si rivelano fuorvianti o non vertieri.

“Il mercato ha sempre scambiato sulla base delle voci. Da sempre sono circolati rumor su fallimenti societari o attività di fusione e acquisizione”, dice al DailyBeast Adam Button, chief currency analyst di ForexLive. La differenza è che ultimamente si tratta di voci legate all’ambito politico e quanto si tratta di politica non devono per forza essere vere. Il risultato è sempre lo stesso: “quando si punta su un rumor, si perdono tanti soldi”.

In altre parole, la notizia può essere anche falsa, ma gli effetti che crea nei mercati azionari sono assolutamente reali e hanno conseguenze sui portafogli degli investitori e dei gestori. Buytton è stato uno dei primi a legare la storia apparsa su InfoWars al rally del dollaro americano giovedì scorso.

“È un periodo senza precedenti. Il mercato sta avendo un assaggio di quello che significa vivere nel mondo della post-verità”, racconta Button. Verso mezzogiorno su InfoWars è uscito un articolo dal titolo “Breaking! Comey Caught Committing Perjury to Congress” (“Breaking! Comey è stato beccato mentre giurava il falso al Congresso“). Nel pezzo si sosteneva che l’ex capo dell’Fbi in realtà non ha subito alcuna pressione per chiudere un’indagine”, un’accusa che viene mossa ora a Trump e di cui si dibatterà il 24 maggio in un’audizione al Congresso.

Trump ha licenziato in tronco Comey, l’uomo che era incaricato di condurre l’indagine sui rapporti tra l’entourage del presidente Usa e alcuni funzionari russi. Il video di InfoWars omette però la parte in cui il senatore dello stato delle Hawaii Mazie Hirono chiede espressamente a Comey se la procura generale o il Dipartimento di Giustizia gli ha chiesto di chiudere le indagini e il presidente Tump non viene citato.

L’udienza al Congresso di Comey risaliva a 15 giorni prima. Il giorno precedente la pubblicazione dell’articolo, per via elle preoccupazioni legate al rischio di impeachment per Trump, i mercati azionari americano avevano subito la perdita più pesante del 2017.

Va detto che nella storia degli Stati Uniti non si è ancora mai verificato un impeachemnt. Si tratta di un procedimento molto più politico che giuridico: perché questo avvenga occorrono i voti di due terzi della Camera e anche del Senato. Anche nel caso del Watergate che inguaiò l’allora presidente Richard Nixon, fu l’inquilino della Casa Bianca a dimettersi e non il Congresso a destituirlo.

Non solo InfoWars ma anche Breitbart, il sito di ultra destra gestito dal chief strategist di Trump Stephen Bannon, ha scritto della vicenda. Il portale The Daily Beast ha provato a mettersi in contatto con lo scrittore dell’articolo uscito su InfoWars, Kit Daniels, ma non ha ricevuto una risposta.

Dopo aver capito che la fonte dei rialzi di Borsa giovedì scorso a Wall Street era stato il video “mal interpretato” dal mercato di InfoWars, due giornalisti della CNBC, Jacob Pramuk e Fred Imbert, hanno chiesto al direttore della strategia valutaria di BK Asset Management, Boris Schlossberg, cosa pensava della vicenda.

“Nessuno sa quale è la verità. L’interpretazione sembra molto ‘binaria’. C’è chi crede che sia innocente e chi invece punta sull’impeachment”, osserva Schlossberg. Non ci sono vie di mezzo e il caso InfoWars ne è la palese dimostrazione. Fino alla settimana scorsa a Wall Street nessuno credeva veramente a quello che scriveva InfoWars, ma i trader potrebbero cambiare le loro abitudini di lettura e le fonti da cui prendono le informazioni dopo quanto successo giovedì.

Oggigiorno non sono più soltanto gli schermi con i notiziari e grafici delle agenzie di stampa affidabili e che seguono i dettami della deontologia del buon giornalismo a muovere i mercati. Ormai lo sono anche i piccoli blog e i siti di fake news.