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Lavoro: contratti per i nuovi assunti ‘a tutele crescenti’

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ROMA (WSI) – Le nuove assunzioni a tempo indeterminato saranno fatte con contratti a tutele crescenti in base all’anzianità di servizio.

È quanto prevede l’emendamento all’articolo 4 della delega sul mercato del lavoro presentato stamani in commissione al Senato del governo, e concordato con la maggioranza.

In sostanza chi avrà un contratto a tempo indeterminato, sia giovane sia riassunto, non avrà da subito le stesse tutele garantite dagli attuali contratti stabili, ma le otterrà gradualmente.

I termini della gradualità, al centro dello scontro da minoranza Pd e centristi che sostengono il governo, saranno indicati nei decreti delegati che arriveranno da parte dell’esecutivo dopo l’ok del Parlamento alla delega, ha spiegato il sottosegretario Pd Teresa Bellano, che segue l’iter del provvedimento.

Nell’emendamento depositato questa mattina dal governo, sono entrati due temi cari ai centristi della maggioranza, il tema dei demansionamenti e quello dei controlli a distanza.

Nel testo si legge che, nell’esercizio della delega attraverso i decreti delegati, l’esecutivo dovra’ prevedere la “revisione della disciplina delle mansioni, contemperando l’interesse dell’impresa all’utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalita’ e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell’inquadramento”.

Inoltre verrà anche studiata la “revisione della disciplina dei controlli a distanza, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell’impresa con la tutela della dignita’ e della riservatezza del lavoratore”.

L’emendamento sarà votato domani dopo il parere della commissione Bilancio.
(Reuters-Asca)

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“Per le nuove assunzioni” viene previsto “il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”. E’ il senso dell’emendamento presentato dal governo al Jobs act ed in particolare all’articolo 4 sul riordino delle forme contrattuali. Presentato questa mattina nella commissione Lavoro del Senato, l’emendamento del Governo, concordato con il relatore e la maggioranza, riscrive l’articolo 4 del Ddl con il Job act sui contratti.

La principale novità riguarda il contratto a tutele crescenti che sarà previsto appunto con il decreto delegato “per le nuove assunzioni” il “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”. Sarà il Governo con il decreto delegato, ha spiegato il sottosegretario Teresa Bellanova, a graduare tutele e periodo. L’esecutivo scopre quindi le sue carte: l’obiettivo è di far diventare il contratto a tutele crescenti la forma principale di inserimento del mondo del lavoro per il tempo indeterminato.

Questa modifica sul contratto a tutele crescenti non spegne in ogni caso le polemiche sull’articolo 18, che riguarda i casi di licenziamento senza giusta causa e che potrebbe convivere anche con questa nuova tipologia di contratto. Entro le 14 di oggi sarà possibile presentare i sub-emendamenti e sempre nella giornata di mercoledì è atteso il parere della commissione Bilancio.

Sarà il Governo con il decreto delegato, ha spiegato il sottosegretario Teresa Bellanova, a graduare tutele e periodo. Nella riunione di giovedì mattina delle 8,30 la commissione Lavoro dovrebbe dunque dare l’ok al nuovo articolo 4 che è l’ultimo rimasto da esaminare dell’intero provvedimento. Con questa tabella di marcia, il Ddl approderà in Aula come previsto tra martedì e mercoledì della prossima settimana per essere licenziato entro settembre dal Senato e passare alla Camera. Se questi tempi saranno rispettati, per Bellanova il Governo non farà ricorso allo strumento del decreto legge, come prospettato ieri dal premier, Matteo Renzi, ma utilizzerà i decreti delegati per attuare i principi inseriti nell’ordinamento.

Con l’emendamento il Governo viene delegato ad emanare entro sei mesi un «testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro» per «rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione».

Dunque, a differenza delle prima versione del testo, il contratto a tutele crescenti non sarà più opzionale e non riguarderà più solo l’inserimento nel mondo del lavoro ma anche il reinserimento. Oltre alla individuazione del contratto a tutele crescenti come il canale normale per il tempo indeterminato, il Governo è delegato a compiere una analisi di «tutte le forme contrattuali esistenti» per valutarne la «effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo» anche in vista di una «semplificazione delle medesime tipologie contrattuali».

Ieri il premier Matteo Renzi, intervenendo in Parlamento sul programma di governo, aveva affrontato proprio il nodo Lavoro con queste parole: “Al termine dei mille giorni il diritto del lavoro non sarà quello di oggi. Io ritengo che non ci sia cosa più iniqua in Italia di un diritto del lavoro che divide i cittadini in cittadini di serie A e di serie B. Se sei un partita Iva non conti niente. Se sei un lavoratore di un’azienda sotto i 15 dipendenti, non hai alcune garanzie. Se stai sopra sì. Questo è un mondo del lavoro basato sull’apartheid. Le regole sul lavoro vanno ridotte, ma devono essere chiare”.

E se necessario si farà ricorso a un decreto legge: “Se saremo nelle convinzioni di avere tempi serrati” per l’esame della delega sul lavoro, “rispetteremo il lavoro del Parlamento”, spiega il premier, “altrimenti siamo pronti anche a intervenire con misure di urgenza, perchè sul lavoro non possiamo perdere anche un secondo in più”.