La reazione di mercati e analisti a choc Cina e volatilità

di Daniele Chicca
Pubblicato 5 Marzo 2019 • Aggiornato 6 Marzo 2019 16:29

La Cina ha tagliato le stime sul Pil al 6-6,5% dal 6,5%. L’anno scorso la crescita è stata del 6,6%, i minimi dal 1990. Allora le proteste di piazza Tiananmen avevano spinto la comunità internazionale a imporre sanzioni contro il paese. E il Pil aveva registrato un incremento del +3,9%. Il premier della seconda potenza economica al mondo ha anche annunciato un importante piano di riduzione delle tasse volto ad alimentare l’attività del settore manifatturiero, in particolare.

La volatilità ha fatto un balzo del 17% proprio in un momento di distensione della disputa commerciale sino americana. Forse perché i mercati anticipavano comunque delle incertezze a breve. L’indice VIX, che fino a venerdì scorso era assolutamente calmo, misura infatti le oscillazioni previste sull’indice S&P 500. Sul versante macro, i dati PMI del settore servizi dell’area euro sono stati incoraggianti a febbraio. È emersa infatti un’espansione dell’attività a 52,8 punti, i massimi di tre mesi.

Eurozone PMI

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Daniele Chicca 5 Marzo 201910:52

Dan Wang, analista per la Cina presso The Economist Intelligence Unit, sostiene che Pechino abbia fatto bene a tagliare le prospettive di crescita. Il 2019 sarà un anno più difficile rispetto al precedente. “La capacità in eccesso nel settore manifatturiero, gli altri livelli di debito e di deleverage significa che le aziende hanno bisogno di più tempo per riprendersi”.

Wang cita anche l’incertezza nei colloqui con gli Stati Uniti sulla guerra commerciale, che “hanno già compromesso l’appetito per gli investimenti nel 2019”. L’abbassamento degli obiettivi di crescita segnala che “sarà un anno difficile per l’occupazione, specie per il settore tecnologico e per i giovani appena laureati”.

Daniele Chicca 5 Marzo 201910:56

I piani di stimolo fiscale e monetario saranno importanti, mentre le politiche restrittive sull’ambiente saranno ammorbidite. I settori come costruzioni e metalli potrebbero trarne grande giovamento, dice Wang.

Elsa Lignos di Royal Bank of Canada, è meno ottimista e non sa dire se il piano del primo ministro Li farà una gran differenza per l’economia cinese. “Il programma di abbattimento fiscale da 2.000 miliardi di yuan dopo quello da 1.100 miliardi dell’anno scorso è stato annunciato, ma il deficit salirà di soltanto lo 0,2%. “Non si sa se sarà sufficiente. Dipende da quanto uno reputa forte il rallentamento dell’economia cinese.

Daniele Chicca 5 Marzo 201911:14

Jasper Lawler di London Capital Group è preoccupato del fatto che con le misure appena annunciate la Cina finirà in una nuova bolla del debito.

“I tagli al fisco, le spese nelle infrastrutture e l’incremento delle attività creditizie, al posto delle tattiche di indebitamento per alimentare gli investimenti, porteranno qualche vittoria facile in Cina. Tuttavia, è una strada pericolosa da percorrere a lungo termine. I livelli elevati di debito sono un problema, che crescerà in caso di rallentamento dell’economia”.

Daniele Chicca 5 Marzo 201911:48

Dan Wang, analista per la Cina presso The Economist Intelligence Unit, sostiene che Pechino abbia fatto bene a tagliare le prospettive di crescita. Il 2019 sarà un anno più difficile rispetto al precedente. “La capacità in eccesso nel settore manifatturiero, gli altri livelli di debito e di deleverage significa che le aziende hanno bisogno di più tempo per riprendersi”.

Wang cita anche l’incertezza nei colloqui con gli Stati Uniti sulla guerra commerciale, che “hanno già compromesso l’appetito per gli investimenti nel 2019”. L’abbassamento degli obiettivi di crescita segnala che “sarà un anno difficile per l’occupazione, specie per il settore tecnologico e per i giovani appena laureati”.

Daniele Chicca 5 Marzo 201911:50

Jasper Lawler di London Capital Group è preoccupato del fatto che con le misure appena annunciate la Cina finirà in una nuova bolla del debito.

“I tagli al fisco, le spese nelle infrastrutture e l’incremento delle attività creditizie, al posto delle tattiche di indebitamento per alimentare gli investimenti, porteranno qualche vittoria facile in Cina. Tuttavia, è una strada pericolosa da percorrere a lungo termine. I livelli elevati di debito sono un problema, che peggiorerà in caso di rallentamento dell’economia”.

Daniele Chicca 5 Marzo 201913:44

Al termine di una mattinata all’insegna della debolezza, le Borse europee scambiano in rosso. L’indice paneuropeo EuroStoxx 600 perde lo 0,2% al momento con l’ottimismo di ieri per la distensione tra Cina e Usa sulla guerra commerciale che sta sfumando.

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