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La pubblicità sparisce dalla pay tv e si sposta su internet

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ROMA (WSI) – La crisi ha avuto un impatto molto forte sull’editoria in generale, e ha ridotto drasticamente la pubblicità anche in televisione. Tanto la generalista quanto la pay tv hanno dovuto fronteggiare un brusco calo delle inserzioni commerciali, che ha inciso non poco sui bilanci di fine anno.

Lo stesso quadro poco incoraggiante è dipinto dall’ultimo rapporto Nielsen, che ha registrato una contrazione degli spot in tv del 23% per lo scorso novembre, e del 14% rispetto al 2011.

Gli analisti prevedono che nel mercato italiano sarà Mediaset a soffrire di più nei prossimi mesi, con un calo delle inserzioni del 15% nel primo trimestre 2013. Non si salverà neanche Mediaset Premium, che potrebbe avere più chances grazie all’offerta di sport. Secondo Nielsen, infatti, riusciranno a cavarsela meglio, in generale, solo le emittenti tematiche emerse col digitale terrestre.

La pubblicità si sposta sul web, dove è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 7,1%. Certo il ritmo anche qui potrebbe essere più sostenuto, ma per i tempi che corrono è già molto. Le aziende privilegiano internet per i loro investimenti, consapevoli che il pubblico è diventato più fedele al mondo social e all’e-commerce, mentre contemporaneamente spegneva la tv.

Gli investimenti sul web comunque sono soggetti ad un’attenta valutazione da parte delle aziende, che devono tener conto di un’ampia riduzione del budget. Meno pubblicità, insomma, ma più mirata, alla ricerca di canali ben profilati e di quasi sicuro ritorno. L’unico settore merceologico che, stando alle rilevazioni di Nielsen, ha incrementato la propria spesa nell’advertising online è quello dei viaggi e del turismo, spinto soprattutto dall’ambito del low cost (+8,3%).

La cautela è d’obbligo quindi, tanto che anche Alberto Dal Sasso, Advertising Information Services Business Director di Nielsen, ha commentato così i dati: “Quello che possiamo dire è che nel 2013 non ci sarà un cambiamento del trend del mercato pubblicitario rispetto agli ultimi sei mesi del 2012”.

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