Economia

L’Europa nelle mani di Draghi. Salvi, solo se la Bce stamperà moneta

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Roma – Ovunque, “è emersa una nuova visione universale, secondo cui la crisi europea può essere risolta solo dai governi o dall’adozione di una politica fiscale”: nell’esprimere tale “visione”, ciascun esperto o leader europeo “parla di quella che dovrebbe essere la dose appropriata di dolore”, in queste misure, che reputa imprescindibili. Ma “vi sbagliate tutti”, tuona con uno dei suoi editoriali pubblicati sul “The Telegraph” l’esperto di politica internazionale, Ambrose Evans-Pritchard.

“Mi permetto di dissentire – afferma – Questa è una crisi monetaria, causata da una banca centrale immatura, che ha interrotto una ripresa di per sé fragile, alzando i tassi di interesse agli inizi di quest’anno, consentendo all’offerta di moneta di crollare a tassi vertiginosi nella zona a sud dell’Europa e causando una recessione completamente inutile – e anche una recessione profonda, se si fa riferimento al collasso dei vari dati che misurano l’attività manifatturiera, resi noti nel mese di novembre”, denuncia Evans-Pritchard.

Da qui la sua convinzione che quelle misure di austerity tanto reclamizzate da Bruxelles faranno solo peggio. Il motivo? “Non si possono spingere due terzi dell’Eurozona in una contrazione fiscale e monetaria sincronizzate, senza pensare alle conseguenze”. Soprattutto, adesso che non c’è più tempo da perdere.

L’economia di Eurolandia è, infatti, a suo avviso ormai vicina al punto di non ritorno, ma può essere ancora salvata molto facilmente dalla politica monetaria. Basterà fornire una medicina speciale: quella del quantitative easing, perfettamente legale con il Trattato di Lisbona, e l’euro sarà tratto in salvo.

“So bene che ci sono molti banchieri centrali che ritengono o dicono che, da sola, la politica monetaria non può fare miracoli. Ma si sbagliano (….) queste autorità hanno dimenticato le lezioni di base della storia economica. Così come ha detto anche Adam Posen, membro della Commissione di politica monetaria della Bank of England, “a prendere il potere è stato il disfattismo politico.

Continuando, “non ho neanche idea se lo stesso numero uno della Bce Mario Draghi creda davvero nel mantra che è costretto a recitare dai suoi padroni. Ma la sua insistenza, secondo cui questa crisi deve essere risolta soltanto dai governi è una omissione dei suoi doveri”.

“Sì, l’articolo 123 del Trattato di Lisbona considera illegale acquistare direttamente i titoli di stato governativi. (Ma) l’articolo è assurdo e rispecchia un difetto fondamentale nella creazione dell’Unione monetaria”.

Insomma, Evans-Pritchard è fermo nella sua condanna contro la Bce e contro i vari leader europei- e presenta una soluzione alla fine piuttosto semplice. “Quanto dovrebbero fare è adottare una misura di politica monetaria espansiva, che è perfettamente legale in base a quanto stabiliscono le regole dei trattati Ue e anche in base al mandato dell’istituto (di Francoforte). E comunque, “non è uno dei pilastri della dottrina della Bce quello secondo cui la massa monetaria M3 dovrebbe crescere a un ritmo del 4,5%? Beh, non è quello che sta accadendo, visto che si è contratta a ottobre”.

In conclusione, “questa crisi può essere interrotta immediatamente dalla Bce” e se l’istituto centrale di Francoforte sceglierà di non agire lo farà per ragioni politiche, perché (manovre di politica monetaria espansiva) significherebbero creare una maggiore inflazione in Germania. Un segreto sporco – conclude – ormai venuto a galla in nome del quale sarà l’Europa intera a finire in croce”.