JP Morgan apre le porte al mondo cripto: il ceo Dimon resta scettico, ma il Bitcoin vola

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Il Bitcoin ha segnato oggi un nuovo massimo storico a 111.000 dollari, con una crescita del 18% da inizio anno. E ora anche JP Morgan, una delle più grandi banche d’affari statunitensi, si apre ufficialmente al mondo delle criptovalute.
Durante l’Investor Day del 19 maggio, il Ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, ha annunciato che tutti i clienti della banca potranno finalmente acquistare Bitcoin. Una decisione importante, che conferma come anche i colossi della finanza tradizionale non possano più ignorare la crescente richiesta di accesso alle crypto.
Dimon: “Non sono un fan, ma vi permetteremo di acquistarlo”
Jamie Dimon non ha mai nascosto il suo scetticismo verso le criptovalute, e anche questa volta non ha fatto eccezione: “Non sono un fan del Bitcoin, ma difendo il vostro diritto di acquistarlo” ha dichiarato e allo stesso tempo, ha precisato che JP Morgan non offrirà alcun servizio di custodia per gli asset digitali, prendendo così le distanze dalla gestione diretta del rischio legato alla volatilità del mercato crypto.
Questa mossa, tuttavia, rappresenta una svolta: pur mantenendo una linea prudente, la banca riconosce ufficialmente che il Bitcoin è ormai troppo grande per essere ignorato. JP Morgan entra così nel gioco, pur senza “sporcarsi le mani” fino in fondo.
Le parole di Dimon non sorprendono chi segue da tempo le sue dichiarazioni. Tra il 2023 e il 2024, aveva più volte espresso dubbi sulla reale utilità della blockchain e timori sull’uso illecito delle criptovalute, dal riciclaggio di denaro al traffico sessuale. Anche all’Investor Day, il Ceo ha ribadito il concetto: «Parliamo di blockchain da 12 o 15 anni, ma non è così importante come pensate. Ci abbiamo investito troppo rispetto al suo vero impatto».
Parole forti, che però sembrano cozzare con le attività concrete della banca.
JP Morgan continua a investire nella blockchain
Nonostante le critiche del suo Ceo, JP Morgan continua a sviluppare progetti basati proprio sulla tecnologia blockchain. L’ultimo esempio è Kinexys (ex Onyx), la piattaforma che ha recentemente completato un test su una blockchain pubblica per regolare titoli del Tesoro Usa tokenizzati. Un passo avanti potenzialmente rivoluzionario per il mondo della finanza tradizionale.
Il messaggio è chiaro: Dimon può anche non credere nella “rivoluzione crypto”, ma JP Morgan non ha intenzione di restare indietro. La banca vuole essere protagonista della trasformazione in atto, mantenendo però un profilo prudente per proteggere se stessa – e i suoi clienti – dai rischi ancora presenti nel settore.
21Shares: Bitcoin può arrivare a 138.500 dollari entro il 2025
Intanto il Bitcoin vola: con un balzo del 18% da inizio anno e il nuovo record di 111.000 dollari, la regina delle criptovalute continua a conquistare fiducia (e investimenti). L’annuncio di JP Morgan potrebbe rappresentare un ulteriore catalizzatore per la crescita del settore, aprendo la strada a una più ampia adozione da parte degli investitori tradizionali.
Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares, che prevede per la regina delle criptovalute un potenziale di crescita fino a 138.500 dollari entro la fine del 2025. Un elemento chiave – sostiene Fritz – è stato il lancio, a gennaio 2024, dei primi ETF spot su Bitcoin.
Questi strumenti hanno aperto le porte a capitali istituzionali, che si sono trasformati in acquirenti stabili e costanti dell’asset. A oggi, gli afflussi medi giornalieri richiedono l’equivalente di oltre 450 nuovi BTC, un ritmo insostenibile se si considera che l’offerta di Bitcoin è limitata per design. Questo squilibrio tra domanda e offerta sta creando una pressione rialzista costante sul prezzo.
Il fenomeno non si limita però agli ETF. Sempre più aziende stanno acquistando Bitcoin attraverso intermediari specializzati, mentre cresce anche il numero di public company che lo inseriscono nei propri bilanci, riconoscendolo come una riserva di valore. Addirittura, anche alcuni governi locali e fondi sovrani si stanno muovendo in questa direzione: New Hampshire e Arizona hanno introdotto leggi per detenere riserve in BTC, mentre il fondo sovrano di Abu Dhabi ha iniziato ad aumentare la propria esposizione alla criptovaluta.
Secondo Fritz, il momento è particolarmente propizio anche sul fronte macroeconomico. Le principali banche centrali stanno gradualmente allentando le politiche monetarie dopo anni di restrizioni. La Federal Reserve potrebbe iniziare a tagliare i tassi entro la fine dell’anno, mentre BCE, Bank of Japan e la Banca Popolare Cinese stanno espandendo i rispettivi bilanci, aumentando la liquidità globale.
Anche la distensione dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina ha contribuito a migliorare il sentiment sui mercati, alimentando l’ottimismo tra gli investitori. Tutto questo crea un ambiente fertile per asset come il Bitcoin, in particolare in uno scenario in cui molti iniziano a scontare un soft landing dell’economia globale.