Società

Italia, tassa AirBnB? Un attacco ai professionisti dell’immobiliare

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Nell’ultima manovra il governo ha inserito una norma volta a recuperare il gettito fiscale prezioso che viene perso con gli affitti a brevi stipulati online sulle piattaforme di condivisione degli appartamenti come AirBnB, fenomeno di enorme successo anche in Italia.

Il problema, dice la Federazione italiana degli Agenti Immobiliari Professionali, è che anziché colpire le società digitali che hanno le loro sedi in nazioni a fiscalità agevolata, “il governo si accanisce contro i professionisti italiani dell’immobiliare, facendoli diventare sostituti di imposta”. È la lamentela esposta dalla FIAIP oggi.

La tassa Airbnb verrà pagata dai proprietari e gestori di immobili, mediante l’applicazione della cedolare secca al 21% che sarà trattenuta e versata nelle casse statali al momento dell’incasso dell’affitto da parte degli agenti immobiliari. Gli operatori del settore sono rimasti delusi, perché si aspettavano che il legislatore colpisse e regolamentasse le attività web per coloro che si occupano di immobiliare in Italia. Oltre ad AirBnB si possono citare Booking.com e Homeway.

Invece, come denuncia la FIAIP, citata da Monitorimmobiliare, la strada percorsa è stata quella di “criminalizzare la proprietà immobiliare e la sua presunta tendenza all’evasione fiscale”. Il presidente dell’associazione Paolo Righi ha così commentato:

“Al di là del nome con cui si definisce questa nuova procedura fiscale, Airbnb non pagherà nessuna nuova tassa e continuerà invece a godere dei benefici fiscali che gli pervengono dal fatto di avere la propria sede fiscale all’estero. Il Governo anziché criminalizzare la proprietà immobiliare e continuare ad appesantire la burocrazia delle nostre aziende, farebbe bene a preoccuparsi del fatto che sempre più imprese scelgono di andare via dall’Italia. Fiaip auspica che le Commissioni riunite di Camera e Senato siano pronte a modificare il testo del Decreto Legge, prevedendo l’esclusione per gli agenti immobiliari dall’obbligo di divenire sostituti di imposta”.

Affiti brevi: la nuova norma per tassare AirBnB

Da fine aprile da fine aprile il decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”, anche conosciuta come manovra correttiva o manovrina. Tra le novità che essa introduce merita particolare attenzione il nuovo regime fiscale introdotto per le cosiddette locazioni brevi.

Il legislatore italiano ha compreso così le potenzialità degli affitti brevi e di portali come Airbnb e ha previsto dal primo giugno 2017 nuovi obblighi in caso di locazioni concluse mediante soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali online.

In particolare questi ultimi dovranno:

  • trasmettere in ogni caso all’Agenzia delle Entrate i dati dei contratti delle locazioni brevi conclusi per il loro tramite, altrimenti si rischia una sanzione da 250 a 2.000 Euro a loro carico;
  • in caso di incasso dei canoni per il loro tramite, operare una ritenuta del 21% sui medesimi.

La ritenuta sarà da considerarsi per il percipiente a titolo d’imposta in caso di opzione per la cedolare secca, ovvero a titolo d’acconto nel caso di applicazione della tassazione ordinaria IRPEF.

Come si spiega il successo di AirBnB

Con la crisi economica AirBnB è diventata in pochi anni un fenomeno di massa da piccola startup che era. I proprietari che inseriscono il proprio immobile sul portale hanno possibilità di ottenere introiti superiori con la rotazione dei clienti.

A ciò si aggiunge il contesto in cui è sorto, ossia il generale momento di difficoltà economiche, che ha eroso il rendimento residenziale sia per la crescita dello sfitto/morosità che per l’inasprimento del carico fiscale.

Da considerare anche la discesa dei prezzi che ha ostacolato la dismissione degli immobili. Il mercato ha trovato così uno sfogo naturale nelle potenzialità che offrono gli affitti brevi e le innovazioni del web.