Economia

Italia: “taglio tasse non ora”, per Ocse “rischio di una nuova manovra”

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ROMA (WSI) – L’Ocse rivede di nuovo al ribasso le stime sul Pil italiano per il 2013, prevedendo una contrazione dell’1,5%, contro il -1% stimato a novembre. Il ritorno alla crescita non è previsto prima del 2014, con un +0,5%, anche se qualche segnale potrebbe arrivare anche a fine 2013. Secondo l’organizzazione, la priorità resta la riduzione del debito pubblico che nel 2014 arrivera’ al 134%. “Con un rapporto debito/Pil vicino al 130%”, il Paese, infatti, “rimane esposto all’umore dei mercati”. Sarebbe dunque meglio non avviare un taglio delle tasse in questo momento.

“I dati non sono affatto buoni” “non è assolutamente possibile ridurre la pressione fiscale, anche perchè il Pil continua a scendere”. Non ci sono alternative. Poi il problema del rapporto debito Pil, che salirà al 131,5% nel 2013″.

Ancora, “l’uscita dalla procedura di deficit eccessivo prevede che lo stesso deficit sia sotto il 3% altrimenti è chiaro che bisognerà fare qualcosa”: lo ha detto il capo economista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan, rispondendo alla domanda di un cronista che gli chiedeva se all’Italia sarà necessario attuare una nuova manovra correttiva.

Il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria ha affermato che “una delle priorità in ogni paese, specialmente in questa fase, è la riduzione delle imposte sulle imprese e, per secondo, una riduzione delle tasse sul lavoro”: così ha risposto a chi gli chiedeva un commento sul dibattito in atto in Parlamento circa la revoca o il mantenimento dell’imposta sulla prima casa, ovvero l’Imu.

“La priorità è quindi la riduzione ampia e prolungata del debito pubblico” e i risultati ottenuti grazie alle recenti riforme strutturali “devono essere consolidati e sono necessarie ulteriori misure volte a promuovere la crescita e migliorare la competitività”.

L’Ocse rileva che nel 2012 è stata realizzata una importante azione di risanamento. Nonostante l`impatto a breve termine sulla produzione e i costi sociali generati, tali sforzi sono stati ricompensati da una maggiore fiducia dei mercati finanziari e hanno migliorato le prospettive a medio termine.

Il governo italiano si è giustamente adoperato a frenare l`aumento del rapporto tra debito pubblico e Pil e a ricondurlo verso una traiettoria discendente, cercando allo stesso tempo come utilizzare al meglio le limitate risorse per proteggere le fasce di reddito più basse.

Per riuscirci, prosegue l’Ocse, occorre puntare a un bilancio pubblico in pareggio o leggermente in avanzo e attuare allo stesso tempo una serie di riforme strutturali tese a favorire la crescita e l`istituzione di un nuovo sistema d`indennità di disoccupazione.

Nuove restrizioni di bilancio avrebbero effetti transitori negativi sulla produzione, ma consentirebbero di ridurre il debito in tempi più rapidi e di attenuare, di conseguenza, il rischio di nuove reazioni negative da parte dei mercati finanziari.

Le misure di bilancio dovrebbero concentrarsi sul contenimento della spesa pubblica e un processo continuo di valutazione delle politiche pubbliche dovrebbe mirare a migliorarne l`efficienza.

Secondo l’Ocse è ugualmente possibile ristrutturare il sistema fiscale per ridurre le distorsioni, in particolare tramite la riduzione delle agevolazioni fiscali.

Sebbene il sistema bancario si sia dimostrato complessivamente solido, diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficoltà e il settore finanziario rimane esposto a rischi sistemici. Occorre quindi proseguire gli sforzi in atto per rafforzare l`adeguatezza patrimoniale e gli accantonamenti per perdite. Di questo parla anche il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, che sottolinea che: “faremmo di tutto per fare uscire il paese dalla recessione nel 2013, ma sarà difficile. Banche sono troppo deboli e sopratutto restano sottoposte a rischio sistemico”. (AGENZIE)