Economia

Italia, Pil va peggiorando: zero virgola a fine 2015

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ROMA (WSI) – L’andamento dell’attività economica va sempre peggio in Italia. L’Istat ha appena confermato quello che si temeva: l’economia italiana, la terza per Pil nominale nell’area euro, è cresciuta di appena lo 0,1% negli ultimi tre mesi del 2015. L’espansione è stata invece del +1% rispetto all’anno prima. I numeri sono corretti per gli effetti di calendario e sono destagionalizzati.

Preoccupa il fatto che nel corso dell’anno la crescita congiunturale abbia mostrato un progressivo indebolimento. I risultati deludenti del quarto trimestre sono in ogni modo in sintonia con quelli visti nell’intera Eurozona. Corretto per gli effetti di calendario il Pil è aumentato dello 0,6% su base annuale. L’anno ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al 2014. La variazione acquisita sin qui per il 2016 è pari al +0,2%.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono aumentati in maniera significativa, con incrementi dello 0,3% per i consumi finali nazionali e dello 0,8% per gli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, dell’1% e dell’1,3%. Su queste ultime ha influito positivamente l’euro ancora debole.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per lo 0,4% i alla crescita del Pil, con apporti di 0,2 punti decimali dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP) e di 0,1 punti decimali sia della spesa della Pubblica Amministrazione, sia degli investimenti fissi lordi.

La variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil (-0,4 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per lo 0,1%. Si registra un andamento congiunturale positivo anche per il valore aggiunto dell’industria e dei servizi (+0,1% per entrambi i comparti), mentre il valore aggiunto dell’agricoltura è diminuito dello 0,1%. In termini tendenziali, il valore aggiunto dell’agricoltura è aumentato dell’8,4%, quello dell’industria dell’1% e quello dei servizi dello 0,5%.

Intesa vede un miglioramento

Secondo l’economista di Intesa Sanpaolo Paolo Mameli, la crescita del Pil può rafforzarsi nel trimestre in corso grazie al rafforzamento dei consumi e alla ripresa degli investimenti.

Mameli definisce “incoraggiante” il dettaglio delle singolte componenti e in particolare quello dei consumi privati, cresciuti per il decimo trimestre consecutivo, sia pure a un ritmo meno brillante rispetto all’estate (0,3% da 0,5% su base trimestrale). Bene anche gli investimenti, saliti di 0,8% rispetto al trimestre precedente (da 0,2% antecedente) e di 1,6% su base annuale (da 0,8% precedente) segnando un record positivo dall’inizio della crisi.

Da considerare, secondo l’analista, che nel trimestre il commercio con l’estero ha sottratto come atteso un decimo alla crescita, ma in un contesto di ripresa per entrambi i flussi commerciali, e che le scorte “hanno frenato significativamente il ciclo (-0,4% trimestre su trimestre), dopo aver dato un contributo positivo (in media pari a +0,3%) nei primi tre trimestri dell’anno”.

Al netto dei magazzini il Pil sarebbe infatti cresciuto di +0,5% su base trimestrale con un contributo della domanda domestica finale di +0,4%.

“In prospettiva riteniamo che la crescita del Pil possa rafforzarsi nel trimestre in corso. Infatti, se come detto gli scambi con l`estero potrebbero tornare a frenare il ciclo, viceversa è visto se non altro attenuarsi il significativo freno dalle scorte registrato a fine 2015”.