ROMA (WSI) – Per la prima volta da diverso tempo il debito pubblico è calato su base mensile. L’inversione di tendenza di luglio porta il livello su cifre comunque superiori a quelle dell’anno prima, in area 2.072,9 miliardi. A saltare all’occhio e’ l’incredibile cifra relativa alle spese per interessi che Roma ha dovuto pagare negli ultimi 30 anni: dal 1980 al 2012 spesi 3.100 miliardi.
Se da un lato il debito delle amministrazioni pubbliche è diminuito di 2,3 miliardi di euro, una somma peraltro poco rilevante se confrontata con le dimensioni spropositate del quarto fardello piu’ grande tra le nazioni industrializzate, se si allarga la forchetta temporale si scopre che negli ultimi sette mesi è a ogni modo salito di 84 miliardi.
La riduzione è riconducibile al significativo decremento (8,1 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro che ha più che compensato il fabbisogno del mese (5,5 miliardi)”. Bene invece le entrate tributarie, cresciute dell’1,4% nei primi 7 mesi del 2013 entrate cresciute dell’1,4%
Nei primi sette mesi dell’anno l’incremento del debito riflette invece principalmente, come anche rilevato dalla Bce nel suo ultimo bollettino mensile in cui si chiede al Governo Letta di non abbassare la guardia sul piano di rientro del deficit di bilancio, il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (50 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (33,8 miliardi).
Sul fabbisogno ha inciso per 8,7 miliardi il sostegno ai paesi dell’area dell’euro in difficoltà, comprendente la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dal fondo salva Stati European financial stability facility (Efsf), pari a 5,8 miliardi, nonché il versamento effettuato in aprile della terza tranche per la sottoscrizione del capitale dell’European Stability Mechanism (Esm) per 2,9 miliardi.
Tale sostegno complessivamente ha raggiunto 51,3 miliardi. “Nel mese di luglio la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’Efsf ai paesi in difficoltà dell’area dell’euro è stimabile in 0,5 miliardi (complessivamente tale quota ha raggiunto 32,7 miliardi)”.
Restando sempre in ambito economico, nel secondo trimestre 2013 l’indice destagionalizzato delle retribuzioni lorde per unita’ di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), al netto della cassa integrazione guadagni (cig), registra, nel complesso dell’industria e dei servizi, un incremento congiunturale dello 0,6%. Lo ha reso noto l’Istat.