Società

Israele, sciopero totale: fermi aerei, banche, porti, mercati finanziari

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New York – Con una crescita basata principalmente sul commercio dei diamanti, sull’agricoltura e sull’innovazione tecnologica, l’economia di Israele dovrebbe essere immune all’onda di crisi che sta colpendo i suoi partner internazionali, in particolare in Europa.

Eppure il mercato del lavoro langue e nella capitale i giovani e’ da mesi che esprimono il loro dissenso verso le politiche del governo in materie come immobiliare e occupazione.

Tant’e’ che a settembre a Tel Aviv sono scesi in piazza un milione di cittadini per protestare contro il caro vita, il caro casa, e un governo che pare fatto di gesso, e che non fa nulla per migliorare la competitivita’ nel mercato del lavoro.

Viene contestato anche il trattamento di favore verso coloni e ortodossi (che dispongono di sussidi statali in quanto impossibilitati a lavorare secondo la religione ebraica).

Oggi la protesta, sebbene diversa nei mezzi e nelle ragioni, ha raggiunto una nuova dimensione. Il piu’ grande sindacato israeliano ha proclamato uno sciopero che oggi sta provocando la chiusura di aeroporti, porti, banche e mercati azionari, dopo il fallimento dei negoziati col governo sullo status dei lavoratori assunti da imprese di subappalto.

La federazione sindacale Histadrut, che rappresenta centinaia di migliaia di lavoratori del pubblico impiego, ha detto che lo sciopero – che secondo stime provocherebbe un danno economico di circa 500 milioni di dollari al giorno – riguarda anche le ferrovie, la Banca d’Israele e gli uffici governativi.

“Questo sciopero non solo non è necessario, ma danneggia il mercato, l’economia e i cittadini d’Israele”, ha detto a Radio Israele il ministro delle Finanze Yuval.

La federazione delle camere di commercio ha presentato una richiesta d’ingiunzione contro lo sciopero che però è stata bocciata ieri dall’Alta corte.

Histadrut vuole che il governo assuma direttamente circa 250.000 lavoratori in subappalto – dalle guardia di sicurezza al personale delle pulizie – le cui condizioni di lavoro attuali sono peggiori degli impiegati governativi.

Il ministero delle Finanze ha risposto di non potere assumere così tante persone ma ha offerto in cambio di aumentare loro il salario di almeno il 20% concedendo anche più ferie.

Oggi governo e sindacato dovrebbero incontrarsi nuovamente alle 13 ora italiana per cercare di riprendere le trattative.