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Isis decapita un giornalista americano

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ROMA (WSI) – L’Isis, lo Stato islamico in Iraq e nel Levante, ha annunciato oggi di aver decapitato un giornalista americano scomparso in Siria oltre un anno fa, James Foley, e ha postato su internet un video, dal titolo “Messaggio all’America”, in cui apparentemente se ne vede la decapitazione.

James Foley, un freelance che ha realizzato molti reportage per l’Afp e numerosi altri media, e’ stato rapito nel nord-ovest della Siria il 22 novembre 2012. Nel video, di cui non e’ possibile verificare l’autenticità, appare nel deserto, in ginocchio, con indosso una tuta arancione e con un terrorista interamente vestito di nero e col volto coperto, che gli preme un coltello alla gola.

Su YouTube il video è stato subito rimosso per “violazione della norma sulla violenza”.

L’Isis minaccia anche di uccidere un altro giornalista statunitense. Nel filmato si vede anche il reporter Steven Joel Sotloff, rapito in Siria, e il terrorista che dice: “la vita di questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni”.

Gli Usa: ‘Inorriditi’

“Siamo inorriditi dall’uccisione brutale di un giornalista americano innocente”, ha detto la portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale Usa, Caitlin Hayden, precisando che “l’intelligence Usa sta lavorando per determinare l’autenticità del video postato dall’Isis sulla decapitazione di James Foley”.

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IRAQ, RENZI OGGI A BAGDAD ED ERBIL

Il primo ministro Matteo Renzi oggi sarà in Iraq, per una visita lampo. Il premier, secondo fonti di Palazzo Chigi, sarà a Bagdad e Erbil (capoluogo del Kurdistan iracheno) e rientrerà in serata a Roma.

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La campagna di terrore dello Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isis) raggiunge gli Usa: gli jihadisti, che hanno preso il controllo di buona parte del territorio iracheno e siriano, hanno annunciato la decapitazione di un giornalista freelance americano rapito in Siria nel 2012, James Foley, postando in internet un video in cui si vede un terrorista che sembra tagliargli la gola.

Nel filmato si vede poi anche un altro giornalista americano, Steven Joel Sotloff, a sua volta rapito in Siria: “La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni”, minaccia il terrorista. Si tratta di un filmato, di meno di 5 minuti, dal titolo “Messaggio all’America” e in cui compare la scritta: “Obama ha autorizzato operazioni militari contro lo Stato islamico ponendo effettivamente l’America su un piano scivoloso verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani”. Poi, si vede quando nelle settimane scorse il presidente Obama dalla Casa Bianca ha annunciato l’avvio di raid aerei Usa in Iraq.

L’attendibilità del filmato non può essere verificata, ma è certamente agghiacciante, e credibile. Nelle immagini successive si vede Foley nel deserto, in ginocchio, con indosso una tuta arancione. Accanto a lui c’è un terrorista, interamente vestito di nero e col volto coperto. Poi si vede Foley che parla contro la guerra in Iraq e “la recente campagna aerea”. E ancora, il terrorista che in inglese dice: “Questo è James Foley, un cittadino americano… i vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani… non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un’aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente”.

A quel punto il terrorista mette un lungo coltello alla gola dell’ostaggio, e inizia vigorosamente a tagliare. Nell’immagine successiva si vede il corpo del giornalista riverso per terra, nel sangue, e la sua testa mozzata sulla schiena. “Siamo inorriditi dall’uccisione brutale di un giornalista americano innocente”, ha detto la portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americana Caitlin Hayden, precisando che “l’intelligence Usa sta lavorando per determinare l’autenticità del video postato dall’Isis”.

Obama è stato informato mentre era sull’Air Force One, di ritorno a Martha’s Vineyard, mentre rientrava a Washington. Il presidente, riferisce la Casa Bianca, continuerà ad essere aggiornato. Foley è stato rapito il 22 novembre 2012. Fino al giorno prima aveva inviato reportage e video dal nordovest della Siria, teatro di violenti scontri tra ribelli e regime di Damasco. Secondo le ricostruzioni, sarebbe stato prelevato nelle vicinanze di Taftanaz, insieme al suo autista e al suo traduttore, che sono poi stati rilasciati.

Reporter di guerra esperto, Foley aveva già coperto i conflitti in Afghanistan e Libia. Nell’aprile 2011 era già stato vittima di un rapimento nell’est della Libia, ad opera di un gruppo di sostenitori del regime di Gheddafi. Con lui erano stati prelevati altri due giornalisti, l’americana Clare Gillis e lo spagnolo Manu Brabo, mentre un quarto, il sudafricano Anton Hammerl, era stato ucciso. I tre avevano passato 44 giorni in prigionia prima di essere liberati. Dopo il suo rapimento, la famiglia Foley ha creato il sito web www.freejamesfoley.com per chiedere il suo rilascio e sensibilizzare l’opinione pubblica.

Oggi, quel sito, in cui sono pubblicate molte notizie del giornalista, è stato rapidamente inondato di messaggi di cordoglio, diffusi via Twitter da tutto il mondo. Diane Foley, madre di James, ha voluto ricordare il figlio con queste parole: “Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio. Ha dato la sua vita cercando di rivelare al mondo la sofferenza del popolo siriano”.

La visita di Renzi

Oggi il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà in Iraq. Il premier, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, sarà a Baghdad e poi ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, per fare rientro in serata a Roma. Renzi incontrerà il capo del governo uscente Nouri al Maliki, il premier incaricato Haider al Abbadi e poi a Erbil, nel Kurdistan iracheno, vedrà Massud Barzani, presidente della regione autonoma.

Renzi in Iraq: “Europa deve essere qui”

Accompagnato dal sesto aereo di aiuti umanitari,Matteo Renzi è giunto in Iraq con una doppia divisa: quella di presidente del Consiglio italiano e quella di premier di turno della Ue. “L’Europa in questi giorni deve essere qui, altrimenti non è Europa, perché chi pensa che la Ue volti le spalle ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre”.Il premier uscente al Maliki ha affermato che l’Iraq è una democrazia giovane: la sua integrità è fondamentale per la sua stabilità.

Mogherini: Isis minaccia per Ue e mondo

Quello che sta accadendo in Iraq è molto grave per “l’impatto sulla popolazione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Mogherini, riferendo alle Commissioni congiunte di Esteri e Difesa. Dopo 11 anni dall’attentato alla sede Onu di Bagdad, l’Iraq “è ancora terra di conflitto e di scontri”,ha aggiunto. L’Isis è “una minaccia per la Ue e il mondo intero”. In Iraq rischiano la vita migliaia di persone, per cui “è un dovere politico e morale rispondere a un dramma umanitario”. “Indispensabile ma non risolutivo” il sostegno militare