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Intelligence Usa: la Cina ha mentito sui numeri del coronavirus

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La Cina avrebbe nascosto volontariamente i veri numeri sulla diffusione dell’epidemia di coronavirus nel Paese, limando sia le cifre sui contagi sia quelle relative ai decessi. Lo affermano tre fonti riservate dell’intelligence americana all’agenzia Bloomberg. I servizi segreti Usa avrebbero stilato un report dettagliato secondo il quale la Cina avrebbe agito deliberatamente per fornire edulcorata sulla situazione, in realtà assai più grave.

Il documento americano è ancora secretato, ragione per la quale le fonti hanno deciso di parlare solo in forma anonima. Secondo quanto riferito nella conferenza stampa della Casa Bianca, la presidenza Usa non avrebbe ricevuto alcun report dall’intelligence in merito ai numeri del contagio in Cina.

I numeri cinesi a confronto

Al momento la Cina ha riportato poco più di 82.300 casi, circa la metà di quelli attualmente rilevati negli Stati Uniti. “Il loro numeri sembrano essere un po’ ottimisti, e sono gentile quando lo dico”, aveva commentato il presidente Trump durante il briefing quotidiano sul coronavirus alla Casa Bianca.
“La realtà è che avremmo potuto agire meglio se la Cina fosse stata più disponibile”, ha affermato il vicepresidente Usa, Mike Pence, alla Cnn, “ciò che appare evidente ora è che molto prima che il mondo apprendesse a dicembre che la Cina stava affrontando questo [problema], l’epidemia era una una realtà in Cina”.

“L’affermazione secondo cui gli Stati Uniti avrebbero più morti per coronavirus della Cina è falsa”, ha dichiarato a Bloomberg il senatore Ben Sasse, “senza commentare alcuna informazione classificata, questo era dolorosamente ovvio: il Partito Comunista Cinese ha mentito, sta mentendo e continuerà a mentire sul coronavirus per proteggere il regime”.

Anche il confronto con i numeri italiani invita una riflessione. L’Italia, con oltre 110mila casi confermati supera di quasi 30mila contagi la Cina, la cui popolazione è 23 volte superiore a quella italiana. Se la Cina avesse avuto una diffusione del virus paragonabile a quella italiana (un confronto numerico e non un’illazione) i casi non sarebbero meno di 25 milioni.