Mercati

India: Borsa e banche sotto attacco, boom volatilità

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

La paura di un contagio nel settore finanziario, scaturita dal default del gruppo di disintermediazione del credito Infrastructure Leasing & Financial Services (IL&FS), si è propagata nel mercato indiano, andando a colpire al cuore le banche. Il costo per assicurarsi contro un crac del debito sovrano (CDS a 5 anni) è salito ai massimi di 18 mesi e la volatilità è schizzata in rialzo.

La situazione ha iniziato a dare segni di deterioramento venerdì, quando i cali di Yes Bank e Dewan Housing Finance hanno provocato un esodo dai titoli del settore bancario e hanno alimentato le vendite in Borsa. A pesare è una totale perdita di fiducia nel settore.

Dopo che le autorità di controllo dei mercati si sono rifiutate di estendere il mandato del CEO di Yes Bank (l’AD lascerà l’incarico alla fine di gennaio 2019) il titolo, che ha perso anche il 30% in una sola seduta, ha toccato i livelli più bassi dal 2016. Dewan nel frattempo ha perso il 43%, subendo il calo più accentuato di sempre.

Lo  shadow banker IL&FS ha confermato di non essere più in grado di rispettare i suoi impegni per quanto riguarda il pagamento di interessi dei suoi Non-Convertible Debentures, corporate Bond che non offrono alcuna garanzia e che dovevano essere rimborsati oggi, 21 settembre.

IL&FS, che da agosto non è riuscita a ripagare più di cinque delle sue obbligazioni, ha ancora oltre 2,2 miliardi di rupie di debiti da restituire entro ottobre. Tramite la vendita di attivi, il conglomerato finanziario indiano sta cercando di reperire più di 300 miliardi di rupie (4,2 miliardi di dollari) di denaro fresco che serviranno a ridurre l’ammontare di debiti accumulati.

“I problemi di IL&FS e di Yes Bank stanno avendo un impatto su tutti i titoli finanziari del mercato indiano”, dice in una telefonata a Bloomberg A K Prabhakar, head of research presso IDBI Capital Market Services. Le posizioni vengono ridotte o liquidate.

I risultati si vedono anche sul mercato azionario generale. Il Sensex, l’indice della Borsa principale dell’India, è in netto calo dai massimi toccati a metà agosto. In seduta è passato da registrare un guadagno del +1% a cedere fino al 3%, l’oscillazione intraday più accentuata in oltre quattro anni (vedi grafico). La Borsa ha poi chiuso in ribasso dello 0,8%.

Alcuni investitori temono che la banca centrale del paese, la Reserve Bank of India, possa imporre un giro di vite sui prestiti, dopo che un lungo periodo di credito allegro ha gonfiato l’ammontare di Non-Performing Loans (le sofferenze) nei bilanci delle banche, gettando le basi per una possibile crisi del debito.

“I trader speculano sul fatto che nuovi crediti deteriorati verranno alla luce una volta che la banca centrale entrerà in azione chiudendo i rubinetti”, osserva Soumen Chatterjee, head of research di Guiness Securities.

Dopo il caos generato dalla guerra ai contanti, l’attenzione degli indiani si sposta sulle banche e sugli NPL. Delle dieci più grosse economie al mondo, l’India e l’Italia sono i due paesi con i tassi di NPL in portafoglio più alti nel settore bancario.