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In atto una repressione finanziaria. Vittime designate, i correntisti?

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NEW YORK (WSI) – Con il caso di Cipro e il prelievo forzoso, il 2013 si è confermato l’anno in cui i correntisti di tutto il mondo, non solo europei, hanno appreso una cruda verità: che i risparmi depositati presso le banche non solo non sono sicuri in quanto alcune banche corrono il rischio di default; ma non sono sicuri visto che può diventare addirittura legittimo, con il consenso della troika e di altri organismi internazionali, vedersi semplicemente sequestrare i propri soldi.

Questo, per tentare di sanare i conti pubblici di qualche paese disastrato e sicuramente irresponsabile, che in passato ha speso troppo. Ma anche, per allinearsi ai nuovi diktat e cambi di strategie delle banche centrali.

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Leggi anche Usa: e ora i correntisti rischiano di dover pagare le banche per depositare i loro risparmi. A tal proposito, i correntisti americani versano già in condizioni precarie, visto che devono far fronte a tassi di interesse vicini allo zero; ma un conto è ricevere pochi o zero interessi sui risparmi depositati, un altro è dover pagare per tenere i propri soldi presso una banca. E questo pericolo rischia di diventare reale.

Ma se questo rischio si concretizzasse non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo? Chiamasi repressione finanziaria: un meccanismo ordito da governi, banche centrali e settore finanziario, sia in Usa che in Europa, per fare in modo che i tassi di interesse reali diventino negativi (dunque tassi che rendono meno rispetto al tasso di inflazione), e che venga di fatto imposta una pesante tassazione sui risparmiatori.

Le banche centrali stanno adottando misure sempre più non convenzionali; misure che, come hanno avvertito gli stessi istituti di credito americani, alla fine rischiano di penalizzare proprio i correntisti.

Oliver Blanchard, responsabile economista del Fondo Monetario Internazionale, arriva ad avvertire che “la politica monetaria non sarà mai più la stessa“.

Sulla trappola della liquidità – quella situazione in cui l’economia non riparte nonostante le massicce iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali – Blanchard afferma che “rimane un dato di fatto che, rispetto alle politiche monetarie convenzionali, gli effetti delle politiche monetarie non convenzionali si siano mostrati molto limitati e incerti”.

Le banche centrali, inoltre, anche quelle delle economie emergenti, si sono mosse in un territorio fino a poco fa poco esplorato: quello fatto di interventi sui mercati dei cambi, controlli dei capitali e altro ancora.

E, diciamo noi sulla base di quanto afferma Blanchard, quali altre sorprese arriveranno in un contesto in cui l’intreccio tra banche centrali e politici è sempre più stretto? Il mondo intero si ritroverà a temere che l’ipotesi- finora uno scenario – di pagare le banche per tenere presso di esse i propri depositi, diventi la nuova norma?

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