ROMA (WSI) – Stangata Imu per le imprese: nel 2012 gli imprenditori per l’Imu sugli immobili produttivi hanno pagato – spiega Confartigianato – 9,3 miliardi, cioè il 39,1% dei 23,7 miliardi di gettito.
Ma da gennaio 2013 l’imposta è anche più costosa: l’aumento automatico del moltiplicatore da applicare alle rendite catastali per gli immobili produttivi, ha fatto lievitare il prelievo dell’8,3%, cioè +491,2 milioni per le aziende. Non solo: con la Tares le tasse su imprese e famiglie cresceranno del 17,6%.
Sono gli albergatori a subire la maggior stangata dall’Imu: nel 2012 la tassa è costata in media circa 11.500 euro. Lo rileva la Cgia di Mestre, che ha stilato una non felice graduatoria dei versamenti effettuati lo scorso anno dalle varie categorie economiche e dalle famiglie italiane.
Dopo gli albergatori (importo medio 11.429 euro), la classifica vede le seguenti categorie: Grande distribuzione (7.325 euro), industria (5.786 euro), piccolo imprenditore (3.352 euro), libero professionista (1.835 euro), commerciante (894 euro), artigiano (700 euro) e famiglia per seconda casa (663 euro).
“A seguito di questo risultato emerge chiaramente come la stangata dell’Imu abbia colpito soprattutto le categorie economiche – commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – L`eventuale abolizione dell’Imu sulla prima casa è, a nostro avviso, condivisibile, tuttavia, appare doveroso segnalare che l’approvazione di questa misura potrebbe provocare dei nuovi rincari in capo alle attività produttive. C`è il pericolo che molti sindaci si affrettino ad aumentare le aliquote sui beni strumentali per ovviare, almeno in parte, a questa mancanza di liquidità. Uno scenario che dobbiamo assolutamente scongiurare visto che, rispetto a quando si pagava l’Ici, le imprese hanno subito con l’Imu un aggravio medio fino al 154%”. (ANSA-TMNEWS)