Economia

Immobiliare, rischio bolla nella zona euro. Milano “fuori pericolo”

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Immobiliare, rischio bolla nella zona euro. Milano “fuori pericolo”

Non bastava la crisi economica causata dalla pandemia. Ora l’Europa deve vedersela anche con una possibile bolla immobiliare. Almeno una sopravvalutazione nelle principali città europee. Ma Milano sembra immune da questa tendenza almeno per il momento.
È quanto emerge dall’Ubs Global Real Estate Bubble Index 2020, lo studio annuale del Chief Investment Office di Ubs Global Wealth Management.

Immobiliare, rischio bolla nelle principali città

Secondo la banca elvetica, Monaco e Francoforte sono in cima alla classifica. Parigi e Amsterdam seguono da vicino, entrando in territorio di rischio bolla a fianco delle due città tedesche.

Analogamente, anche Zurigo, Toronto e Hong Kong presentano forti squilibri. A differenza dell’anno scorso, il mercato immobiliare di Vancouver si trova ora in fascia sopravvalutata, insieme a Londra, San Francisco, Los Angeles e, in misura minore, New York. Boston, Singapore e Dubai presentano ancora valutazioni eque.
Lo stesso vale per Varsavia, che è stata inclusa nello studio per la prima volta. Chicago rimane sottovalutata ed è l’unico mercato a trovarsi in questa situazione.

Mediamente, i tassi di crescita dei prezzi annuali rettificati per l’inflazione nelle città prese in esame hanno subito un’accelerazione negli ultimi quattro trimestri. In molte metropoli europee i prezzi sono saliti di oltre il 5%, con Monaco, Francoforte e Varsavia in testa.

La crescita dei prezzi nelle città asiatiche e americane, con l’eccezione di Sydney, è rimasta in un range a singola cifra medio-bassa. Madrid, San Francisco, Dubai e Hong Kong sono le uniche città ad avere registrato un calo dei prezzi.
L’ultima volta in cui si è registrato un minor numero di città con una crescita dei prezzi negativa risale al 2006.

E Milano?

“Nonostante gli effetti della pandemia soprattutto nella prima metà del 2020, il mercato immobiliare milanese continua a essere molto resiliente e abbiamo assistito addirittura a un aumento dei prezzi dell’1,5% nel corso degli ultimi 4 trimestri.
Se da un lato l’incremento del telelavoro e l’impatto del Covid-19 sul turismo e sui grandi eventi hanno avuto ripercussioni negative sul centro città e spinto la domanda verso aree semi-centrali, dall’altro continuerà a esserci una richiesta di abitazioni nell’area metropolitana a condizione che la ripresa economica in corso a Milano non rallenti. Inoltre, prevediamo che la crescita demografica positiva, le condizioni di finanziamento interessanti nonché il rapporto favorevole tra il costo degli immobili e i redditi dei residenti, dovrebbero continuare a sostenere la ripresa del settore immobiliare nel medio termine” ha commentato Paolo Federici, Market Head di UBS Global Wealth Management in Italia.