(9Colonne) – Roma, 21 mag – Sono 8.256 i migranti morti sulle rotte per l’Europa dal 1988 a oggi. Il dato, approssimato per difetto (in realtà si tratta solo delle morti accertate), è dell’osservatorio Fortress Europe, ed è stato presentato questa mattina a Roma, nel seminario “Morire di frontiera”. Nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico sono annegate 6.106 persone. Quasi la metà (2.813) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia, tra Libia, Egitto, Tunisia, Malta e Italia, le vittime sono 1.959, tra cui 1.147dispersi. Altre 35 migranti sono morti tra l’Algeria e la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall’Algeria, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna – verso Canarie e Andalusia – sono morte almeno 2.973 persone di cui 1.231 risultano disperse. Nell’Egeo, invece, tra Turchia e Grecia, hanno perso la vita in 517, di cui 254 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra Albania, Montenegro e Italia, negli anni passati sono morte 474 persone, delle quali 136 sono disperse. Per chi viaggia da sud, il Sahara è un pericoloso passaggio obbligato per arrivare al mare. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria dall’altro. Qui dal 1996 sono morte almeno 1.069 persone. E viaggiando nascosti nei tir hanno perso la vita in incidenti stradali, soffocati o schiacciati dal peso delle merci, 247 migranti, e altri 148 sono morti nascosti nelle stive dei mercantili o nei container imbarcati per l’Europa. Infine 88 migranti sono stati ammazzati dalle mine antipersona dei campi minati greci di Evros, in 41 sono assiderati sui valichi turchi e almeno 51 annegati nei fiumi lungo le frontiere balcaniche ed est-europee. Sotto i treni del tunnel della Manica sono morti in 20, e in 8 sono morti congelati nascosti nei vani carrello degli aerei diretti in Europa. Mentre sotto gli spari delle forze militari alla frontiera sono rimaste uccise 47 persone, di cui 33 a Ceuta e Melilla.
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