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Il valore della consulenza. Gasbarro e Ronchetti raccontano i numeri del settore

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1.700 miliardi di euro. A tanto ammontano i risparmi degli italiani fermi sui conti correnti bancari, che non possono essere impiegati a vantaggio di famiglie e imprese e del Paese. “Non è solo la massa di soldi dei conti correnti che non entra nel ciclo produttivo, ci sono altri 1500 miliardi che sono ‘parcheggiati’ su titoli a redditività praticamente nulla. Questo significa che gli italiani hanno 3.200 miliardi che non hanno nessun tipo di redditività, anzi, perdono potere d’acquisto, anche rispetto all’inflazione, e continuano ad avere ‘minusvalenze su minusvalenze’, tant’è vero che negli ultimi 9 mesi sono andati persi 409 miliardi”. Così il nostro direttore Leopoldo Gasbarro ieri al nostro convegno “Il valore della consulenza”, appuntamento dedicato al mondo dell’advisory italiana. L’evento è andato in scena ieri a Borsa Italiana a Piazza Affari, in pieno centro a Milano, nella splendida cornice di Palazzo Mezzanotte. L’evento, che si è svolto in modalità ibrida (in live streaming e in presenza a Palazzo Mezzanotte) è stato costruito in collaborazione con BlackRock, Invesco, Pimco e Schroders.

Nella sua introduzione, Gasbarro ha poi sottolineato che le attività delle famiglie italiane dal primo trimestre 1999 a oggi sono salite solo dell’89,2%, contro il 241,8% degli Usa e il 178,2% della Spagna. Inoltre, dal 2005 al 2021 l’asset allocation degli italiani non è cambiata, certificano i dati di Banca d’Italia.

A questo proposito, Nicola Ronchetti, fondatore e ceo di Finer – Finance Explorer, ha ricordato che soltanto il 56% degli italiani gestisce il proprio risparmio. Inoltre, la quota degli investitori in Italia è rimasta pressoché costante dal 2010 a oggi: all’epoca era del 28% e oggi è del 24%. Ben diversa però è la soddisfazione tra chi ha un consulente finanziario dedicato (75% nel 2022) e chi non ce l’ha (49%). “Una differenza che si ampliata enormemente: soltanto nel 2001 era meno significativa: 37% dei seguiti da un consulente dedicato contro 29% dei seguiti da un gestore non dedicato. Questi sono i numeri del valore della consulenza”, ha chiosato Ronchetti. Inoltre, “chi fa da sé, in questa industria, non fa per tre: solo il 19% degli italiani che ha gestito i risparmi in modo autonomo (ossia senza avvalersi di un professionista), dichiara di aver guadagnato”.

Fondamentale per riattivare questo patrimonio nazionale è l’educazione finanziaria, capace di portare i risparmiatori italiani a fare un salto culturale che li porti a superare timori e diffidenze verso possibili investimenti sui mercati, visti spesso erroneamente come “troppo rischiosi” piuttosto che moltiplicatori di risorse. In questo processo la tecnologia aiuta ad avvicinarsi al cliente, ma resta centrale il ruolo del consulente finanziario, figura competente in grado di consigliare al meglio su ciò che i cittadini hanno di più importante, oltre alla salute: i propri risparmi. Inoltre, è importante una migliore comunicazione da parte di banche e compagnie assicurative, che spendono ancora poco in comunicazione.

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