Società

Il giorno che Monti sparì come Trotsky

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ROMA (WSI) – Oggi ho sentito Enrico Letta dire in tivù che tutti e tre i partiti della sua maggioranza da tempo volevano «superare l’Imu», anzi ce l’avevano nei programmi. Naturalmente si è scordato di aggiungere che sono gli stessi tre partiti – identici – che l’hanno introdotta, l’imposta sulla prima casa, poco più di un anno fa.

Mentre Letta ci spiegava di aver sempre detestato l’Imu, su un altro canale c’era Berlusconi seduto su un divano, con un maglioncino molto friendly, che sembrava il cugino buono del Caimano: pieno di belle parole e di profferte d’amore per quelli che prima erano ‘comunisti’, ’stalinisti’ e ‘coglioni’.

E’ così, questo accordo di governo: sembra che siano tutti sorti dal nulla, nuovi e belli, e che non abbiano niente a che fare con quello che dicevano e facevano fino a ieri.

Non manca in giro chi ne gioisce: il clima palingenetico sarebbe infatti utile per uscire dalla crisi economica. Curiosamente, a farci uscire da detta crisi dovrebbero essere gli stessi partiti che l’hanno come minimo concausata (e nel caso di Berlusconi perfino negata), ma questo è un dettaglio che si cerca di far scordare, appunto, presentandosi con parole nuove e contando sull’amnesia collettiva a reti unificate.

Elemento fondante, in questa operazione, è soprattutto far scordare di avere sostenuto tutti e tre, insieme, l’esecutivo Monti, quello che Franceschini aveva definito in un entusiasta tweet «il miglior governo possibile». Adesso pare che loro, all’epoca, non ci fossero proprio.

A proposito, ogni tanto mi chiedo che fine ha fatto, Monti: con i suoi loden, i suoi numerini e la sua pletora di giornalisti sdilinquiti. Scomparso, cancellato, un po’ come Trotsky dalle foto dell’Urss.

La sparizione del Professore è del resto del tutto funzionale – anzi indispensabile – allo sforzo cosmetico che deve far apparire tutti nuovi, buoni, vitali e armoniosi.

Il tutto, messo insieme, ha semplicemente tre scopi.

Il primo riguarda il Cavaliere, che si è comprato l’assicurazione economica e giudiziaria per un’altra legislatura. Non farà il presidente della Convenzione, è ovvio, ma l’ha solo sparata alta da venditore qual è sempre stato. Non gli serve a niente fare il presidente della Convenzione, anzi probabilmente si annoierebbe pure. Gli basta sedersi al tavolo di comando: e chi parla più di ineleggibilità, di conflitto d’interessi, di autorizzazione all’arresto in caso di condanne definitive?

Il secondo scopo riguarda i vertici del Pd, compresi D’Alema e Veltroni che hanno fatto finta di pensionarsi ma continuano a tirare i fili dei loro burattini. Andando al governo – a questo governo, mica a quello mai nato con il M5S che li avrebbe messi per davvero in panchina – si sono assicurati un altro giro di giostra, di potere e di pensose interviste ai maggiori quotidiani per dettare la linea.

Il terzo scopo – a sua volta finalizzato ai due precedenti – è calmare le acque, gettare tavolette di cioccolato dalle camionette. Niente Imu a giugno, e l’ottanta per cento degli italiani è contento – ignaro che ovviamente la pagherà in altro modo. E magari anche niente aumento dell’Iva, che naturalmente avevano deciso sempre gli stessi partiti. Poi, da qualche parte, troveranno anche i soldi per i cassintegrati e gli esodati, almeno per un po’.

Tanto inusitato attenuamento del ‘rigore’ – ma non si era a un passo dal default? ma non avevano messo tutti insieme il pareggio di bilancio in Costituzione, zitti zitti? – si spiega solo con una gran paura che il collasso sociale in qualche modo esploda, vuoi nelle urne vuoi fuori. E che insomma, tutto finisca, tanto per Berlusconi quanto per l’establishment del Pd.

Ecco perché Letta spiega di aver sempre detestato l’Imu, ecco perché Berlusconi festeggia la fine della ‘guerra fredda’ con la sinistra, ecco perché Monti è stato cancellato come Trotsky.

Che poi l’operazione di cosmesi e di appeasement del tripartito con gli italiani riesca, è tutto da vedere, naturalmente.

Perché – è vero – siamo un popolo senza memoria. Ma se non portano in fretta le persone esasperate fuori dal guano, c’è il rischio che un giorno, all’improvviso, ci si ricordi tutto.

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