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Il valore della consulenza: “Il futuro va riscritto oggi. Come?”

Invecchiamento della popolazione, ma anche concentrazione delle ricchezza, transizione generazionale. Sono numerosi i temi affrontati nella tavola rotonda “Il futuro va riscritto oggi. Come?” che ha aperto il secondo appuntamento de “Il valore della consulenza”, evento dedicato alla consulenza finanziaria organizzato da Wall Street Italia in collaborazione con ALLIANZ Global Investors, AXA Investment Managers, AMUNDI, PICTET e PIMCO.

I riflettori si sono accesi, in particolare, su come il declino demografico si stia riflettendo su tutto il mondo degli investimenti, dei risparmi e della consulenza

Hanno partecipato alla tavola rotonda: 

  • Vito Grassi (Vicepresidente Confindustria),
  • Gian Maria Mossa (Amministratore Delegato di Banca Generali),
  • Paola Pietrafesa (Amministratore Delegato Allianz Bank),
  • Marco Tofanelli (Segretario Generale ASSORETI),
  • Paolo Magnani (Direttore Centrale e Coordinatore Area Wealth Management Credem),
  • Giuliano Noci (Professore Ordinario di Strategia e Marketing e Vice Rettore per la Cina, Politecnico di Milano).

Vito Grassi, Vicepresidente Confindustria: il ruolo della strategia Paese

Nel suo intervento, Grassi ha sottolineato come la crisi demografica sia un tema cruciale per il futuro in assoluto, ma per l’Italia ancor di più.

Questo perché “nella manifattura italiana il capitale umano è sempre stato al centro. La creatività, la capacità di saper fare bene è un DNA che si rischia di perdere se non ci sono giovani generazioni che ne raccolgono il testimone. Un numero più ridotto di giovani pone l’attenzione sulla necessità, nel breve, di averli sempre più formati perché il mismatch fra chi cerca lavoro e le aziende che cercano figure professionali sempre più qualificate è sotto gli occhi di tutti”.

Le soluzioni? Per Grassi non basta l’intervento della politica, è importante affrontare il problema, cominciando dalle famiglie che devono combattere la dispersione scolastica.

Ma non solo. “Le imprese – spiega –  possono creare ambienti di lavoro attrattivi per le nuove generazioni dove si può conciliare non solo il lavoro e la famiglia, ma anche il lavoro e il tempo libero. Altro tassello fondamentale è “il sistema educativo che, come succede in Paesi come la Finlandia deve essere impostato sulle competenze che si generano già durante la scuola dell’obbligo. Dovremmo – conclude –  tutti lavorare all’interno di una grande strategia paese dove tutti lavorano per ottenere un obiettivo condiviso”.

Gian Maria Mossa, AD di Banca Generali: tre sfide per il futuro

Invecchiamento della popolazione sì, ma anche concentrazione della ricchezza. È questo il tema centrale per Gian Maria Mossa, AD di Banca Generali. “Parliamo tanto di aging population, cioè di invecchiamento della popolazione, ma c’è una criticità enorme nel nostro Paese, ovvero la concentrazione della ricchezza sulle fasce d’età più avanzate, quello che viene definito aging wealth”.

Mossa ha ricordato che circa il 50% della ricchezza degli italiani è concentrata nelle mani di over 70. “Peraltro – ha aggiunto – è in mano a imprenditori che dovranno gestire anche un passaggio di impresa complicato in un mondo di mercati di capitali un po’ chiuso. Quindi se dovessi pensare alle due o tre sfide della nostra industria, la prima è senza dubbio è come dare continuità patrimoniale in un passaggio delicato. La seconda è accompagnare l’imprenditore ad aprirsi al mercato dei capitali. Terzo tema, non meno delicato, è la crescente esigenza di avere un’integrazione privata, quindi il tema della salute, della protezione e della cura della famiglia”.

Paola Pietrafesa, AD Allianz Bank: l’importanza del supporto al cliente

Nel suo intervento, Paola Pietrafesa, AD di Allianz Bank, ha posto l’accento sulla transizione generazionale in Italia, sottolineando come, negli ultimi decenni, i governi italiani non abbiamo posto  questo tema nelle loro priorità come invece hanno fatto altri Paesi. “Sto pensando a un Paese come la Francia – spiega – dove la natalità è a 2 mentre la nostra è ferma a 1,24. Ecco, questo è il vero problema dal mio punto di vista.  Il tema è come supportare le politiche sociali attraverso l’intervento privato”.

“Oggi  – ricorda Pietrafesa – solo il 35% della popolazione italiana ha uno strumento previdenziale a supporto della sua vita dopo la fine dell’attività lavorativa. Se poi pensiamo che solo il 15% della popolazione riceve una consulenza è evidente che è una problema nostro, cioè di come noi interpretiamo il nostro ruolo”.

Uno guardo infine ai temi di pianificazione finanziaria: “l’aspettativa media di vita che abbiamo di fronte ci deve portare, come consulenti finanziari, a dare un supporto al cliente alla costruzione di portafoglio che sia effettivamente tale da assicurare nel momento in cui uscirà dal mondo del lavoro una qualità di vita più o meno simile a quella che aveva in precedenza, tenendo presente che non ci saranno giovani in numero tale da assicurare il pagamento delle pensioni, almeno i livelli a cui siamo abituati oggi”.

Marco Tofanelli, Segretario Generale ASSORETI: parola d’ordine è fiducia

Fiducia prima di tutto. Ruota intorno a questa parola, la chiave per guardare al futuro con ottimismo. “Il sentimento che manca in questa società liquida – ha spiegato Tofanelli, segretario generale di Assoreti – è la fiducia. Nel nostro settore, la fiducia la riscontriamo grazie all’andamento positivo della nostra attività. Nell’ultimo anno, il patrimonio delle reti è passato da 600-700 miliardi circa a 800 miliardi con rendimenti del 5% circa. Ciò significa che, in questo periodo, il risparmiatore che si è affidato ad un consulente ha visto il proprio risparmio aumentato”.

Per avvicinare i giovani al settore, spiega Tofanelli, “è necessario che abbiano fiducia verso un comparto che, in qualche modo, interviene anche socialmente, traducendo il risparmio in investimento. Solo così potranno vedere con maggior tranquillità il futuro anche dal punto di vista quindi della crescita demografica”.

Paolo Magnani, Direttore Centrale e Coordinatore Area Wealth Management Credem: come cambiare la comunicazione

Secondo Paolo Magnani, Direttore Centrale e Coordinatore Area Wealth Management Credem,  quello della comunicazione è uno dei temi più importanti per il sistema bancario e finanziario.

“Questo perché – ha spiegato –  la modalità con cui noi comunichiamo cambia l’approccio che abbiamo col nostro cliente. In questo momento siamo di fronte a un momento particolarmente disruptive perché  i mezzi di comunicazione, le modalità di comunicazione sono cambiati. Come sistema bancario cerchiamo di raggiungere il cliente, mettendolo in una posizione positiva. Ma non ci rendiamo conto che ci sono giovani youtuber che parlano di finanza, parlano di pianificazione e sono seguiti da centinaia di migliaia di follower perché probabilmente usano una modalità di comunicazione in linea con quello che l’interlocutore percepisce come valore“.

In questo contesto, Magnani suggerisce: “essere diretti e trasparenti, usando un linguaggio comune a chi ha 18 anni come a chi ne ha 65- 70 permetterà al cliente di fare un passo verso di noi. Se il cliente fa un passo verso di noi, sarà disposto a raccontarci i suoi bisogni e, quindi, a ricevere quella consulenza olistica di cui si parla molto ma che in Italia è difficilissimo diffondere perché il cliente è cauto e scoraggiato, soprattutto dopo gli ultimi due anni di mercati particolarmente difficili”.

Giuliano Noci, Professore Ordinario di Strategia e Marketing e Vice Rettore per la Cina, Politecnico di Milano: occhio a Cina e intelligenza artificiale

Sempre in tema di demografia, Giuliano Noci, Professore Ordinario di Strategia e Marketing e Vice Rettore per la Cina, Politecnico di Milano, ha posto l’accento sulla questione cinese.

“La Cina adesso ha il 30% di ultra-sessantacinquenni, una percentuale sostanzialmente vicina all’Europa” ha spiegato Noci, mettendo l’accento sul fatto che Pechino ha ormai perso il dividendo demografico, mentre continenti come l’Africa al contrario rappresentano una straordinaria spinta.  “Quest’anno – ha continuato – per il primo anno ha perso due milioni di persone e sostanzialmente le previsioni demografiche a settant’anni indicano una perdita di qualche centinaio di milioni di persone” . Tutto questo non fa che “mettere in discussione alcuni dogmi europei. L’Europa riteneva che la Cina fosse un partner strategico. Ma motore del mondo sta perdendo cavalli”.

Allo stesso tempo, Noci ha sottolineato come l’Africa, al contrario, abbia uno straordinario potenziale demografico, che il nostro Paese può sfruttare, “l’Italia ha di fronte il più grande dividendo demografico, ovvero l’Africa. Abbiamo una grande opportunità in questo momento, speriamo di giocarcela bene”.

Uno sguardo infine all’intelligenza artificiale, che ha importanti riflessi sul mondo della consulenza. “Entro il 2032 – ha concluso – calcoliamo che quattro milioni di posti di lavoro verranno automatizzati in Italia. Questo pone chiaramente il mondo della consulenza finanziaria, ma in realtà tutto il mondo dei colletti bianchi, di fronte a una straordinaria sfida, quella di elevare il sistema delle competenze e generare quella fiducia che tutti voi avete parlato”.