Economia

I siti individuati dall’Ivass che vendevano polizze false da inizio anno

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I siti internet individuati dall’Ivass che vendevano polizze false da inizio anno

Sono 170 i siti individuati dall’Ivass che vendevano polizze false nel corso del 2020. Lo ha reso noto Stefano De Polis Segretario Generale Ivass nel corso di una tavola rotonda dal titolo “L’assicurazione come partner per il pase, quale ruolo per gli intermediari.”
Dal 2017 sono stati 500 i siti e segnalati alla Guardia di Finanza e alla Magistratura che vendevano prodotti assicurativi falsi.

Secondo De Polis “l’Ivass è caparbiamente impegnata in questa battaglia di contrasto alla criminalità economica. Parte lesa sono i cittadini e i clienti che cadono nei raggiri della truffa; ma parte lesa sono anche gli agenti e broker, quelli veri. A riprova sono le tante segnalazioni di siti irregolari che vengono direttamente dagli intermediari; alcuni più grandi hanno dato avvio a iniziative di sorveglianza della rete e ci segnalano prontamente i casi sospetti”.

Per De Polis la repressione non basta, sono necessarie “iniziative per rendere possibile alla clientela riconoscere immediatamente i siti regolari; un marchio di qualità e affidabilità che si avvalga di tecnologie di sicurezza, regole e controlli a garanzia della genuinità dell’offerta digitale di agenti e broker”.

L’Ivass ricorda poi che le polizze ricevute da questi siti internet sono false e i relativi veicoli non sono assicurati pertanto  raccomanda di adottare le opportune cautele nella valutazione di offerte assicurative via internet o telefono (anche via WhatsApp), soprattutto se di durata temporanea.

In particolare, l’Ivass consiglia ai consumatori di controllare, prima del pagamento del premio, che i preventivi e i contratti siano riferibili a imprese e intermediari regolarmente autorizzati e di consultare in caso di dubbi il sito dell’Ivass.

L’Autorithy sottolinea, in particolare, che i pagamenti dei premi effettuati a favore di carte di credito ricaricabili o prepagate sono irregolari e che sono irregolari anche i pagamenti effettuati a favore di persone o società, non iscritte negli elenchi sopra indicati.