Economia

I guai delle banche europee nei mercati emergenti

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L’esposizione delle banche spagnole in Turchia supera, con i suoi 82 miliardi di dollari nel primo trimestre 2018, la somma degli investimenti bancari dei successivi tre Paesi: Francia, Usa e Regno Unito. Di questi 82 miliardi di crediti, prevalentemente erogati al settore privato non bancario, circa il 43% sono denominati in valuta estera che carica sulle spalle debitori il peso della massiccia svalutazione della lira turca. I dati sono stati pubblicati dalla Bank of international settlements.

 

L’esposizione della Spagna in Turchia è aumentata considerevolmente in seguito all’acquisizione da parte di BBVA del 49,85% della Turkiye Garanti Bankasi, avviata in più tranches a partire dal 2010. Le azioni BBVA, dal 31 luglio al 3 settembre hanno ceduto quasi il 15% del loro valore, mentre la lira turca è sprofondata del 23,5% nello stesso periodo.

 

Le attività delle banche spagnole nei mercati emergenti in crisi, però, non finiscono qui: l’esposizione è consistente, infatti, anche verso l’Argentina, l’altro Paese la cui moneta è maggiormente crollata quest’anno (se si esclude il Venezuela). Sempre secondo i dati Bis relativi al primo trimestre, l’esposizione verso Buenos Aires arriva a 28 miliardi di dollari, di cui il 22% denominati in valuta estera. Si tratta di una fetta consistente per gli istituti spagnoli, se si considera che le banche estere sono complessivamente esposte per 58,8 miliardi di dollari.

 

Ancor più rilevante, in termini assoluti, è la presenza delle banche spagnole in Brasile con crediti per 167 miliardi di dollari (il 44,6% degli investimenti bancari esteri nel Paese): anche in questo caso la moneta nazionale ha subito una svalutazione rilevante quest’anno, del 20% sul dollaro. Nel caso del Brasile è Banco Santander l’istituto iberico più esposto, che qui realizza il 26% dei suoi profitti operativi globali. Il titolo della banca guidata da José Antonio Álvarez, ha ceduto il 23,70% del suo valore da inizio anno.