Economia

Guzzetti: Cdp non si tocca, “Governo non metta a rischio risparmi italiani”

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“Noi siamo sempre stati collaborativi, non siamo all’opposizione. Ma se si vuole garantire un ulteriore sviluppo della Cdp, questo deve essere coerente con la tutela del risparmio degli italiani”.

Cosí il Giuseppe Guzzetti,  presidente uscente di Cdp (Cassa depositi e prestiti), la Cassa che gestisce circa 250 miliardi di raccolta postale, che ieri ha ammonito:  “Se si supera questo limite le fondazioni si opporranno con tutte le loro capacità”.

L’occasione per mettere in chiaro la sua pozione è arrivata dal congresso annuale dell’Acri riunito a Parma (l’ultimo, prima della scadenza del suo mandato fissata per la primavera del 2019). Il messaggio è rivolto al nuovo governo. E in particolare, al contratto dell’esecutivo gialloverde in cui si fa riferimento alla Cdp, che dovrebbe diventare una banca degli investimenti il cui ambito di intervento non è chiaro.

Per chiarire che la sua posizione, Guzzetti ha specificato il tesoro, azionista, di controllo della Cassa, dovrà sempre prima fare i conti con le fondazioni che possiedono il 16% e da statuto possono anche scegliere il presidente.

Nel porre paletti, Guzzetti può  contare sul sostegno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ieri (per la prima volta nella storia dell’Acri) ha partecipato al congresso di Parma elogiando dal palco il ruolo svolto dalle fondazioni “di investitore di lungo termine paziente che ha accompagnato le trasformazioni delle banche, di supporto e integrazione del pubblico negli investimenti sociali e in ultima analisi di stabilità finanziaria per garantire i risparmi degli italiani”.