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Green pass: per i lavoratori l’obbligo scatta venerdì 15. Tutto quello che c’è da sapere

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Dopo un lungo dibattito che è stato oggetto di grande polemiche, venerdì 15 ottobre scatta l’obbligo del green pass sul luogo di lavoro. La certificazione verde, necessaria per poter lavorare, riguarda tutti i lavoratori dipendenti, i professionisti e gli autonomi: si parla di 14,6 milioni di dipendenti da aziende private, 3,2 milioni di dipendenti pubblici e 4,9 milioni di autonomi. La misura durerà, a meno di modifiche, fino al 31 dicembre, termine di cessazione dello stato di emergenza.

Green pass: come si ottiene

La certificazione verde attesta di essersi sottoposti alla vaccinazione anti Covid oppure di essere negativi al tampone effettuato nelle 48 ore precedenti o di essere guariti dalla malattia negli ultimi sei mesi.

Sul fronte tamponi (ogni due giorni se si fa il rapido, ogni tre se si sceglie il molecolare, per l’ottenimento del Green pass per una platea di oltre 5 milioni di lavoratori no vax), le farmacie italiane “sono pronte – dice il presidente di Federfarma, Marco Cossolo – ad uno sforzo eccezionale per aumentare l’offerta di tamponi eseguiti ed effettuare decine di migliaia di test in piu’ “.

“Come dal primo giorno della pandemia, le farmacie italiane non faranno mancare il loro costante e crescente impegno per garantire i servizi (vaccinazioni e tamponi) indispensabili per battere definitamente il Covid-19 e le sue varianti”, afferma il presidente di Federfarma che invita comunque a incentivare la scelta della vaccinazione.

Il Green pass si potrà visualizzare, acquisire e scaricare -nonché stampare- attraverso diversi canali digitali. Le fonti sono diverse: sul sito dedicato; attraverso il sito del fascicolo sanitario elettronico regionale; sull’app Immuni; con l’app IO.

Senza pass, stop a stipendio e contributi

Chi non ha il pass, sarà considerato assente ingiustificato e non riceverà più lo stipendio, fino all’acquisizione della certificazione, e comunque non oltre il 31 dicembre, che al momento è la data finale dello stato di emergenza sanitaria.

Le linee guida messe a punto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri  precisano che oltre alla retribuzione, non saranno più versati al lavoratore senza green pass neanche i contributi.

Le sanzioni

Sanzioni salate sono previste in caso di mancata applicazione della norma sia per i lavoratori che per i datori. Il datore che non controlla il rispetto delle regole sul green pass rischia una sanzione da 400 a mille euro. Il lavoratore che accede al lavoro senza green pass, è sanzionato con una multa che va da 600 a 1.500 euro. Le multe saranno irrogate dal prefetto.

Obbligo vale anche per gli esterni

L’obbligo di green pass vale anche per gli esterni che entrano in azienda: sono inclusi nell’obbligo, dunque, i visitatori e le autorità politiche o i componenti delle giunte e delle assemblee delle autonomie locali e regionali, come pure qualsiasi lavoratore che si rechi in un ufficio per svolgere un’attività propria o per conto del suo datore di lavoro (gli addetti alla manutenzione, i baristi all’interno degli spacci, i fornitori, i corrieri ecc.). Non sono consentite deroghe.

Chi farà i controlli

A fare le verifiche, si legge oggi il Sole 24 Ore, può essere direttamente il datore di lavoro (si pensi alle piccole aziende) oppure possono procedere uno o più incaricati appositamente designati dal datore.

A facilitare i controlli dovrebbe arrivare poi una nuova versione della App «Verifica C19», alla quale stanno lavorando senza sosta i tecnici di Sogei, il braccio operativo del Mef per l’It, con l’obiettivo di arrivare in tempo per la scadenza del 15 ottobre.

I lavoratori esclusi dal Green Pass

Il Green pass non è obbligatorio i soggetti esenti per motivi di salute dalla vaccinazione sulla base di idonea certificazione medica, i cittadini che hanno ricevuto il vaccino ReiThera (una o due dosi) nell’ambito della sperimentazione Covitar.