Economia

Grecia, “chiudere banche e controlli capitali come a Cipro”

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ROMA (WSI) – Uno scenario possibile per la Grecia potrebbe essere quello già adottato “a Cipro, dove le banche sono state chiuse”. E’ quanto ha detto in un’intervista radiofonica il numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Presentando una proposta che molti investitori temevano.

“I controlli sui capitali potrebbero prevenire uno scenario Grexit”, ha aggiunto. D’altronde, la pressione sulla liquidità in Grecia aumenta ogni giorno, mentre noi continuiamo nelle trattative”.

Dijsselbloem ha insomma confermato che “sono pronti gli scenari nel caso in cui la Grecia, a luglio, non dovesse soddisfare le richieste dell’Unione europea”.

Tali scenari, ha precisato, “non devono includere necessariamente un Grexit”.

Intanto il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, in un’intervista a diMartedì che andrà in onda questa sera su La7, si è così espresso: “Non sto continuando a chiedere soldi all’Europa. Sto chiedendo una rivalutazione più razionale del programma macroeconomico di tutta l’Europa e della Grecia in particolare”.

“Ovviamente i soldi sono parte della richiesta, ma non sono tutto”. Sui responsabili della cris, Varoufakis punta il dito contro “l’architettura dell’Eurozona. I colpevoli non sono persone, né Paesi, né istituzioni. Abbiamo progettato male l’Eurozona, ma ora abbiamo cominciato a ridisegnarla bene”.

Nel frattempo il premier greco Alexis Tsipras sta intensificando i suoi sforzi diplomatici, per chiedere aiuto sia all’Occidente che, apparentemente, alla Russia. Un funzionario greco ha informato l’agenzia Reuters che Tsipras ha espressamente chiesto a Donald Tusk, direttore generale del Consiglio europeo, di avere un incontro a cinque, sui bisogni di finanziamento di Atene, con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il numero uno della Bce Mario Draghi, il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker e il presidente francese Francois Hollande. Tsipras incontrerà inoltre Merkel il prossimo lunedì per poi recarsi a Mosca il prossimo mese.

Sul rischio Grexit, secondo Morgan Stanley esiste una probabilità su quattro che la Grecia lasci l’Eurozona entro l’autunno. Si parla esattamente di una chance del 25% nei prossimi sei mesi e anche della possibilità di controlli sui capitali, che sale dal 20% al 30%. Per la banca Usa, nel caso in cui tale scenario si concretizzasse, l’euro potrebbe crollare fino a $0,90 e anche al di sotto.

Morgan Stanley ha anche cambiato idea riguardo al precedente piano di acquistare bond emessi da Atene: “Abbiamo tolto i bond governativi greci dalle nostre 15 scelte top di trading per il 2015”.

In agenda oggi l’incontro tra il presidente della Bce Mario Draghi e la cancelliera tedesca Angela Merkel. La crisi greca continua a essere scontata dai mercati, soprattutto per l’alta tensione tra Berlino e Atene. Una tensione che è stata di nuovo confermata dal ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che ha affermato che il nuovo governo di Atene ha distrutto completamente la fiducia che il paese aveva riguadagnato con i suoi partner europei, da quando la crisi dei debiti era iniziata.

“Fino allo scorso novembre, Atene era su una strada che avrebbe potuto portarla a uscire dalla crisi. Tutto questo è finito. Ora non so cosa fare con la Grecia”, ha detto Schaeuble.

In un evento del partito dei cristiano-democratici che si è tenuto a Berlino, il ministro ha commentato l’asta dei titoli greci, affermandio che “la Grecia è riuscita a vedere quei bond solo in Grecia; nessun investitore straniero è pronto a investire, e ciò significa che tutta la fiducia è stata di nuovo distrutta”. (Lna)

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