Società

Grecia: Parlamento tedesco rischia di far saltare tutto

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ATENE (WSI) – L’intransigenza della Germania rischia di far saltare l’accordo stretto dalla Grecia con i creditori per un terzo piano di salvataggio.

Gli aiuti sono infatti a rischio per via della riluttanza del parlamento tedesco a mostrare ottimismo sull’esito del voto. Il Bundestag è chiamato ad esprimersi per confermare i termini dell’accordo raggiunto ieri tra Atene e i suoi creditori.

È così in pericolo la puntualità degli aiuti che la Grecia ha bisogno di ottenere per rimborsare un prestito alla Banca Centrale Europea, in scadenza il 20 agosto, e per creare un buffer per il suo sistema bancario di almeno 20 miliardi di euro.

La Cancelliera Angela Merkel deve affrontare le resistenze interne della Camera bassa del Bundestag, generate per motivi politici. Anche se Berlino ha risparmiato 100 miliardi di interessi nei cinque anni di crisi del debito greco, i falchi tedeschi sono riluttanti a far sborsare altro denaro ai contribuenti.

Tuttavia, ogni ritardo sulla procedura di salvataggio rischia di far deragliare a cascata gli impegni in calendario. Senza l’approvazione legislativa, da qui al 20 agosto, la Grecia avrebbe bisogno di chiedere ulteriori finanziamenti ponte per coprire il pagamento della BCE, cancellando di fatto la finalizzazione del piano di salvataggio concordato ieri mattina.

“Bisogna valutare bene la situazione e poi chiederemo al Bundestag l’approvazione dell’intero piano che, va ribadito, è valido tre anni”, ha detto Jens Spahn, vice ministro delle Finanze tedesco. “Ci si deve convincere che il problema non è la scadenza del 20 agosto per un rimborso alla BCE, ma sapere come, insieme con i greci, possiamo avere una soluzione duratura al problema”.

Merkel, dopo il raggiungimento dell’accordo, ha avuto un colloquio con il presidente francese Hollande e con il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, in cui è emerso che la stessa Merkel avrebbe parlato con Tsipras, valutando l’eventualità di un altro prestito ponte da concedere alla Grecia, qualora il via libera dei parlamenti nazionali non arrivasse prima del 20 agosto.

(DaC)